Il mobile bianchissimo che incolla lo sguardo. Il divano che solo a guardarlo si rovina. La collezione di vasi cinesi che valgono una fortuna: e che non osate neppure spolverare. Viviamo in case davvero a nostro uso e consumo? O siamo travolti dall’estetica delle cose che rendono le case belle ma poco funzionali? E poi: la casa non è il luogo dove possiamo vivere rifugiati/innamorati/impigiamati? Secondo Ingrid Fetell Lee di The Aesthetics of Joy ci sarebbero almeno 7 modi per arredare casa in modo da vivere meglio. Lee ne è sicura: «ci sono moltissimi modi in cui la nostra casa diventa la nostra peggiore motivazione di ansia» i suoi consigli sono molto pratici. E risolvono MOLTI problemi di ansia.

1. Avvitare bene le viti dei mobili. Tavoli che cigolano, antine che non si chiudono bene, sedie che zoppicano, maniglie che restano in mano: la precarietà della casa - e della nostra vita - la si risolve con una brugola in mano. E via di avvitamento.

2. Smussare gli angoli. Tavolini di cristallo, mensole di massello, panche di metallo: smussare gli angoli è il primo pensiero quando si hanno bambini che gattonano da poco. Deve rimanere il primo pensiero anche quando siete sonnambuli, distratti, delicati di ossa e vista. Sbattere il mignolo all’angolo del letto è un dolore atroce: da evitare scegliendo più mobili tondi.

3. Più tessuti, please. Il divano morbido, la poltrona soffice, il plaid spumoso, il cuscino di piume: rende più tonda la casa è una grandissima idea. E una sicura sensazione di rifugio dal mondo moderno. I tessuti attutiscono i rumori, scaldano gli ambienti anche per i loro colori. Regalano grandi carezze non richieste.

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4. Avere 15 piante almeno. Avere delle zone verdi è un grande classico: ma la sopravvivenza del suddetto polmone casalingo non deve creare ulteriore ansia da prestazione. Scegliete piante che vivono molto bene da sole, optate per rampicanti che crescono piano e costantemente. Amatele senza diventarne dipendenti.

5. Scegliere mobili semplici. Bellissimo l’arredo anni Cinquanta, stupende le texture anni Settanta, meraviglioso l’optical anni Sessanta. In tutto questo se il design nordico non passa mai di moda il motivo è (anche) il suo essere semplice e zen: meno mobili complessi e più mobili “limpidi” ovvero senza troppa architettura, senza geometrie che stancano la vi(s)ta.

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6. Riordinare gli spazi. Noioso all’inizio, estenuante alla fine. Geniale quando il mattino dopo la camera riordinata sembra respirare. Vivere gli spazi con più consapevolezza aiuta e allontana da ansie, pensieri cattivi, nevrosi profonde. Buttare è meglio che archiviare.

7. Scegliere oggetti e materiali che durino. E invecchino bene: la regola della Lee è bellissima: «comprare cose che accolgono al posto di quelle che allontanano». In pratica: oggetti che si rovinano e per questo diventano più belli invece di riempirsi la casa di mobili e oggetti che solo a guardarli si rovinano e non possono essere vissuti.

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