Quando 2001: Odissea nello spazio uscì al cinema (correva l'anno 1968), quel 2001 sembrava lontanissimo nel tempo. E invece, non solo è già arrivato, ma ce lo siamo anche messo alle spalle da un bel pezzo. Moltissime cose sono cambiate nel frattempo, ma la fantascienza continua ad affascinarci e anche tanto. Immaginare il mondo del futuro, con invenzioni tecnologiche mirabolanti e viaggi nello spazio, sembra essere una tentazione praticamente irresistibile: i successi al botteghino e in libreria di titoli come Valerian, Interstellar e dei cult di Asimov lo dimostrano.

Agli appassionati del genere (e non solo a loro), però, basterebbe guardarsi intorno per vedere che il futuro è più vicino di quanto possiamo immaginare, e che le smart city stanno già diventando realtà. Magari senza dispositivi per il teletrasporto né sistemi energetici in stile Avatar, ma comunque con tantissime soluzioni per migliorarci la vita.

Nel corso del 2016, infatti, si è rilevata una crescita notevole (+45% rispetto all'anno precedente) dei progetti di Smart Building, legati principalmente alla sicurezza degli edifici, di Smart Logistic per una migliore gestione dei trasporti, di Smart Environment e di Smart Home. Secondo un sondaggio condotto dall'Osservatorio dell'Internet of Things del Politecnico di Milano, inoltre, il 51% dei comuni italiani ha avviato almeno un progetto di Smart City negli ultimi tre anni, e la propensione a sperimentare si conferma anche per il 2017. L'Osservatorio ha anche sviluppato dei modelli per la stima dei costi e dei benefici di quattro specifiche applicazioni di Smart City applicate alla città di Milano - gestione dei parcheggi, smart building, raccolta dei rifiuti, illuminazione - evidenziando che tutti i progetti si possono ripagare nel giro di qualche anno proprio grazie all'entità dei benefici che apportano. Benefici non solo economici, ma anche immateriali: migliori servizi per la comunità, maggiore sostenibilità e vivibilità della città. Nella sola area di Milano, ad esempio, sarebbe possibile ridurre le emissioni di anidride carbonica di oltre 60.000 tonnellate di CO2 all'anno attraverso le soluzioni di Smart building negli edifici pubblici e, in misura minore, grazie all'illuminazione e alla gestione dei parcheggi. Così, se ci imbarcheremo per esplorazioni galattiche, non sarà perché l'aria sulla terra sta diventando irrespirabile, ma solo per la curiosità scientifica (e pacifica) di esplorare nuovi mondi, un po' come facevano i personaggi di Star Trek a bordo dell'Enterprise.

edison smart citypinterest
Courtesy photo

«Le città consumano e inquinano tanto, ma grazie alla tecnologia, oggi, le possiamo trasformare in città intelligenti, Smart city, immaginando edifici sostenibili e rispettosi dell'ambiente. Edison, da alcuni anni, utilizza una tecnologia particolarmente innovativa per l'Italia, il Building Information Modelling (BIM, con un acronimo), che permette di modellare l'edificio come se fosse un videogioco» ci dice Paolo Quaini, che di Edison è responsabile Sevizi Energetici.

Grazie alla tecnologia BIM è possibile progettare con un software un edificio e conoscere in anticipo una serie di dati come, ad esempio, quanto e come consumerà, le prestazioni acustiche che avrà, a quali cicli di manutenzione dovrà essere sottoposto e come può integrarsi al meglio nel paesaggio urbano. I dati raccolti permettono dunque di correggere e modellare la costruzione secondo la più avanzata efficienza ottenibile, abbattendo in modo deciso le spese legate ai consumi. Edison è impegnata perché questo modello, ancora inedito in Italia, divenga uno standard nella progettazione delle smart city.

In una Smart city cambia anche l'approccio al lavoro e alla progettazione urbana. Edison infatti è impegnata nella promozione di un nuovo tipo di approccio, che consiste nel prendere in considerazione un edificio nel suo complesso e che raduna intorno a uno stesso tavolo le diverse figure professionali per fornire risposte integrate che tengano conto dell'insieme: dalla pianificazione territoriale alla cantierizzazione, dalla produzione al consumo intelligente di energia. «Il nostro scopo è progettare la città in modo che gli edifici trovino il loro posto nel contesto che è stato pensato secondo finalità collettive - spiega infatti Quaini - L'approccio tradizionale invece è di tipo verticale: c'è chi si occupa dell'involucro, chi dell'impianto, chi della gestione delle informazioni legate all'utilizzo dell'energia e all'utilizzo in generale degli spazi. Un metodo evidentemente cieco e poco improntato all'ottimizzazione». Questo modello prevede anche il coinvolgimento del cliente in una vera e propria partnership per individuare le soluzioni migliori.

Considerando poi che il patrimonio edilizio italiano ha un'anzianità media molto elevata, tra i 40 e i 45 anni con consumi significativamente superiori a quelli che permettono oggi le nuove tecnologie, esiste anche un potenziale di efficientamento incredibile. In questo scenario, Edison si pone come un'azienda affidabile e in grado di interpretare un ruolo di game-changer nella progettazione delle smart city e della smart home. Verso un futuro in cui la tecnologia ci permetterà di ottimizzare al massimo le risorse a nostra disposizione.