Lo scorso 30 novembre 2035 la legge ha sancito definitivamente quello che era nell'aria da un po': per gli uomini da oggi scatta l'obbligo di far pipì seduti. E così termina una battaglia che dura da oltre 60 anni e che vede oggi le donne uscire trionfanti. Sessant'anni di colpi di scena avvocati, sentenze del Tar, risse televisive, telematiche. Una querelle che ha provocato in pochi decenni quasi 18 milioni di separazioni e arricchito eserciti di divorzisti. Un dossier che gira in Parlamento è molto chiaro: è tutta colpa dello smartphone chiaramente inventato dalle donne.

Ma, come direbbe il mentore Alberto Angela, sfogliamo le ingiallite pagine della storia per capire qual è stato il momento cruciale in cui gli uomini hanno davvero cominciato a perdere questa battaglia di genere.

In pieni anni Settanta il femminismo era molto impegnato a neutralizzare il machismo, ma non arrivò a vincere la battaglia del cerchione che era considerato un obiettivo collaterale e osteggiato da una frangia oltranzista che, al contrario, proponeva la pipì in piedi anche per le donne. La mozione, sollevata da una scacchista in esilio di Ulan Bator e da una ex-lanciatrice del disco della DDR andò distrutta durante le riprese di Ecce Bombo di Nanni Moretti. Nessuno si ricorda più perché fosse finita su quel set e soprattutto quale fosse il sistema idraulico escogitato dalle due atlete per poter urinare in piedi.

Negli anni Ottanta anche le più agguerrite militanti della seduta anti-gocciolamento a vanvera cominciarono a fregarsene: causa l'aumento della ricchezza pro capite, tutte potevano finalmente disporre di almeno una colf. Quasi sempre si trattava di personale straniero perché le italiane erano tutte iscritte al sindacato finanziato dalla Johnson Wax Gled Magic Water (https://www.youtube.com/watch?v=i6wfsR2X9cI), che aveva coniato lo slogan «Luisa comincia presto, finisce presto e non pulisce il water». Ma fu in questo decennio che con la legge nota col nome di Pipì Act molti giudici cominciarono a stabilire che la mancata minzione in modalità «urinae juxta ritum mulieres» poteva essere a tutti gli effetti motivo di divorzio per colpa.

Negli anni Novanta in piena ubriacatura New Age il collettivo femminile Tantra Pysha inventò un'arma di distrazione di massa. Funzionava soprattutto d'estate e consisteva nel costringere tutti i deejay del mondo a inserire dentro ai pezzi chill-out tutti quei rumorini campionati di acqua scrosciante. L'uomo, nella sua dinamica primitiva, reagiva facendo tutta la pipì di una settimana in una sola sera in discoteca, senza vedere il bagno di casa per giorni. Ma il vero messaggio deflagrante arrivò nella settima stagione di Beverly Hills 90210: è qui che, in un episodio controverso, il ragazzo da sposare Brandon cede per la prima volta alla richiesta di una donna di farla tutta stando seduto.

Negli anni Zero e Dieci la contesa si è trasferita sul web, dove si è persa nel cazzeggio, nelle prime clip virali e nelle foto di cartelli provenienti da improbabili nazioni colonizzate dagli alieni (tipo la Svezia o la Terra di Mezzo) in cui si faceva esplicito riferimento alla pipì seduta. Nel 2012 si venne a sapere che Viggo Hansen, politico della contea di Sormland licenziò l'idea di gabinetti solo con tazze, senza orinatoi in piedi al grido di «Mai più pozzanghere sul pavimento»! A febbraio del 2014 lo snowboarder canadese Sebastien Toutant, noto come Seb Toots, classe 1992, twittò la segnaletica dei bagni di Sochi dove si stavano svolgendo le Olimpiadi: l'ordine era stare seduti composti, schiena dritta ed evitare quelle cose sgradevoli da uomini come usare la tazza per vomitarci dentro la vodka e controllare la gittata e la rotta della minzione.

E così eccoci all'arma risultata poi l'atomica della guerra tra gender: lo smartphone. Allo smartphone si deve l'accelerazione che, nell'arco di circa 7-8 anni ha portato alla debacle definitiva. Posto davanti alla necessità impellente quanto la pipì di passare quell'oretta cyborg in privato con il proprio device, l'uomo ha, quasi senza accorgersene, capitolato a una delle più grandi ambizioni territoriali femminili: conquistare il potere assoluto sui millimetri quadrati che stanno tra il cerchione del water e le sottostanti mattonelle. Complessivamente l'uomo seduto sul wc diventò protagonista di una escalation da formicolìo del nervo sciatico. Per poter gestire una media di tre social network, 4 chat istantanee, un centinaio di mail e circa 58 notifiche al giorno, il tempo passato sulla tazza raggiunse gli 84 minuti di media.

E siamo a oggi, 2035: la solita lentezza della legislazione italica sancisce ciò che è già superato. E c'è già una nuova battaglia da combattere: Il Collettivo Femminista Rettiliane Emancipate sta raccogliendo le firme retiniche per far cancellare la legge. Motivazione: Eh no, non è possibile che gli uomini passino così tanto tempo in bagno!