Finora, nella classifica delle app più popolari e utilizzate nella stragrande maggioranza di Paesi al mondo, a farla da padrona era stata Facebook. Tuttavia, secondo una recentissima indagine di State of Mobile 2019 lo status quo sarebbe cambiato e la creatura primigenia di Mark Zuckerberg si vede ora costretta a cedere il passo alla cugina di lusso, cioè WhatsApp, (acquisita e oggi detenuta e guidata dallo stesso giovane miliardario Usa) che avrebbe compiuto il sorpasso lo scorso settembre mantenendo stabile il divario dal social network anche nei mesi successivi. Secondo l'indagine, parte dell'accelerazione che ha consentito alla piattaforma di instant messaging di sopravanzare Facebook è da addebitare soprattutto alla sua grande diffusione nel mercato indiano - che è quello in cui ha più utenti in assoluto su scala globale - ma anche in altri Paesi, tra i quali spiccano Brasile, Messico, Turchia e Russia. Gli altri elementi di successo di WhatsApp - prosegue il rapporto - sono la crittografia end-to-end implementata in maniera nativa al suo interno permettendo così ai soggetti che stanno a due o più capi delle conversazioni di avere la garanzia dell'anonimato e di non correre il rischio che ciò che stanno scrivendo venga in qualche modo intercettato.

Architecture, Urban area, Blond, Illustration, Art, City, Mural, Facade, Building, Advertising, pinterest
Photo by Pavel Nekoranec on Unsplash

Senza contare poi la forza proveniente dal fatto di essere stata un'early adopter, cioè la prima ad aver approfittato davvero dello spazio vacante lasciato dagli Sms e dal loro essere rimpiazzati da alternativa gratuite. Tuttavia, a fronte di un passato in crescita e di un presente più che luminoso, non è affatto detto che nel futuro - perfino il più prossimo - della piattaforma le prospettive siano così rosee. Intanto, a pesare, c'è il risultato delle controversie tra Zuckerberg e i due fondatori di WhatsApp, Jan Koum e Brian Acton che, rimasti in azienda dopo l'acquisizione, hanno recentemente deciso di abbandonarla per tutta una serie di divergenze, sia sulle spregiudicate politiche di utilizzo dei dati degli utenti di WhatsApp decise dal nuovo proprietario, che sulla decisione di introdurre i banner pubblicitari, il cui ingresso sull'app sembrano ormai imminenti.