Come diventare ricchi risparmiando è uno dei ritornelli eterni delle nostre vite. Ma a volte, da bravi settoriali parziali, ci fermiamo sul concetto di fare soldi rapidamente, escludendo altri fattori che invece possono influire parecchio sulle risorse finanziarie. Organizzazione, gestione macroscopica della casa, tempo a disposizione, imprevisti e probabilità: nel Monopoli quotidiano, individuare la migliore strategia per risparmiare significa tracciare le variabili. Democraticamente parlando, nessuno inizia davvero a mettere da parte somme ed energie senza individuare realmente di cosa abbia bisogno. Per avere un’infarinatura intelligente Wiko, il brand franco-cinese di telefonia che ha fatto dell’accessibilità alla tecnologia la propria missione democratica, ha coinvolto la fondatrice di Organizzare Italia e autrice di Facciamo Ordine (Mondadori) Sabrina Toscani: un pentalogo di trucchi facili per iniziare a imparare l’arte del risparmio, consigli che passano tutti dalla consapevolezza. In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio 2019, il 31 ottobre, si può riflettere un po’ sul perché ognuno di noi sia diverso e ogni obiettivo o fine specifico cui si vuole arrivare col proprio gruzzolo merita attenzione (questa è la parola chiave).

Prima di proclamare l’austerity casalinga e autocostringersi a rinunce invalidanti per la vita sociale e personale, bisogna riflettere su se stessi. È un’esplorazione psicologica ma anche un modo per razionalizzare quali sono i nostri punti deboli. Non si usa la parola analisi per caso: vedere le spese nero su bianco (senza sgranare gli occhi ogni volta che apriamo il conto e leggiamo una cifra in uscita che non ricordiamo) aiuta a prendere coscienza e a stabilire il proprio budget mensile di spese, imprevisti ed extra inclusi, per sentirsi più serene e sicure. Invece di usarlo solo per scrollare su Instagram o digitare emoji di dollari volanti per raccontare l'ennesimo shopping, lo smartphone può diventare un alleato per iniziare a tenere traccia di cosa investiamo day by day. Ed è un ottima maniera per prendere coscienza su dove iniziare a intervenire, spiega Sabrina Toscani.

La professional organizer Sabrina Toscani pinterest
Courtesy Wiko

Si parla molto di risparmio, ma cosa significa effettivamente risparmiare? In cosa si suddivide il lavoro del risparmio?

L’approccio che usiamo noi professional organizer parte dalla persona e dai movimenti più semplici che fa durante la giornata, le azioni più semplici: sono quelle da cui cominciamo a guardare, perché sono le abitudini e vengono solitamente meno analizzate. In questo la gestione del denaro la fa da padrone: non pensiamo al risparmio in termini solo finanziari, tipo come investire o mettere via grandi somme. Giorno per giorno, come posso organizzare le mie risorse per fare in modo di essere più sereno come famiglia, o come individuo? Si parte dalle piccole cose, che se non diventano abitudini funzionali rischiano di compromettere l’andamento anche il lungo periodo.

Puoi farci un esempio di queste piccole cose? Il caso del caffè al bar?
Esatto. Da un certo punto di vista son le più facili da accettare, e si tende a non cambiarle. Per incidere davvero su queste cose di solito consigliamo di tenere traccia, anche per breve tempo come pochi giorni o una settimana, di ciò che si spende. Come si fa col diario alimentare con il dietologo. In questo modo vedi nero su bianco qualcosa che forse ignoravi, o comunque del quale non eri del tutto consapevole.

E ad esempio abbonamenti digital a giornali, servizi streaming di streaming video e audio… Moltissime di queste subscription vengono fatte, però usate pochissimo.
Anche questo è un bell’esempio, in effetti: tutte le aziende cercano di farti fare abbonamento perché incide sulla tua abitudine, e una volta che ce l’hai il tuo cervello fa fatica a tornarci su e decidere, non ha molta voglia, è una cosa stabilita. Non ti poni il problema. Singolarmente non incidono così tanto, ma se inizia ad esserci una serie di abitudini di questo tipo… Io ad esempio ho l’ansia del Prime di Amazon (ride). È una cifra ridicola in un anno, ma mi viene l’ansia di doverli versare comunque a prescindere. E non ho ancora preso una decisione in merito, perché al cervello non piace molto.

Se in una famiglia ci sono più abbonamenti per lo stesso servizio, come gli streaming audio o i delivery, si può quindi partire da qui per iniziare a risparmiare?
Ti potrei consigliare di fare una riunione famigliare a tema “risparmio”, come possiamo risparmiare senza cambiare troppo. Sono piccole accortezze che non incidono sulle abitudini e semplificano la fatica di pensarci, perché ci si pensa insieme. Bisogna prendersi un momento per farlo: può sembrare ridicolo fare una riunione famigliare a casa dopo i meeting di lavoro, però è l’unico modo per discuterne in poco tempo e portare grandi benefici. Tutti diciamo che nella quotidianità non abbiamo mai tempo, ma andrebbe fatto.

Visto che abbiamo distinto il risparmio sulle piccole cose, passiamo al macro: bisogna distinguere gli obiettivi tra breve, medio e lungo termine? E il fatto che siano concreti aiutano a imparare a risparmiare?
Sicuramente sì, perché più il cervello riesce a individuare un'idea come qualcosa di concreto, più ci va vicino. Di contro gli obiettivi a lungo termine tendono a far sì che si procrastini, perché "tanto se ci devo arrivare tra tre anni" penso di avere tempo. È un gioco che si pone a metà: l’obiettivo principale deve essere grande, ma non troppo lontano nel tempo, come qualche mese o al massimo un anno. Come abbiamo elaborato con Wiko, si deve individuare una sola cosa che coinvolga tutti. La vera domanda è: come ci arrivo? A piccoli passi. L’azione immediata è quella che ti aiuta, e può essere anche scaricare una app per il risparmio, che agevola l’azione. Dall’altra però bisogna davvero capire di cosa si ha bisogno e poi trovare lo strumento giusto per soddisfarlo. A volte scegliamo la via più facile, ma alla fine non ne percorriamo nemmeno una. Meglio procedere per piccoli passi semplici.

Bisogna davvero capire di cosa si ha bisogno, poi trovare lo strumento giusto.

Anche la tecnologia ci viene incontro, almeno in parte: molte banche hanno funzioni salvadanaio nelle app, per gestire soldi in modo virtuale. Questo potrebbe un po’ aiutare?
Nì. Sono sempre abbastanza cauta. Lo strumento è l'ultima cosa che si sceglie. Penso alla mia banca che ha sì una funzione simile, ma ci mette talmente tante opzioni intorno che non semplificano la vita, anzi. Io di solito premio la semplicità: a questo punto meglio il maialino (ride). Non dico di mettere i soldi sotto il materasso, però ad esempio se ci sono dei bambini in casa anche il gesto del porcellino è più fisico e rende tutto più facile per imparare a risparmiare. Nel caso del salvadanaio virtuale, bisogna capire bene anche l’approccio: magari la banca pensa che sia l’approccio giusto per te, ma non è necessariamente quello che tu cerchi. Possono esistere app super partes, libere da altri interessi di ogni genere come rateizzazioni o proposte commerciali.

Lo strumento per risparmiare è l’ultima cosa che si sceglie.

Bisogna imparare quindi a conoscere le proprie debolezze economico-finanziarie per poi iniziare a risparmiare?
Sicuramente. Non è facile, perché non abbiamo molto la mentalità e non c’è educazione su questo. Ognuno si giostra nel suo piccolo, ci sono delle regole generali per risparmiare che possono andare bene, ma ciascuno di noi deve dedicarci un po’ di tempo.

Hai parlato del tempo, che è una delle monete più preziose dei nostri giorni, e anche organizzare il proprio tempo significa risparmiare qualcosa, in un certo senso?
Sì, questo è il nostro core business. Tutto quello che ci troviamo a gestire è tanto, molto di più rispetto a tanti anni fa. E più che di tempo, io parlo di attenzione: il tempo è sempre quello, ma è la nostra attenzione che è molto preziosa e rischia di essere un po’ sprecata, senza che ce ne accorgiamo. Nella lotta agli sprechi che portiamo avanti con Wiko c’è anche questo: capire dove vogliamo mettere la nostra attenzione. La giornata mondiale del risparmio è una buona occasione per metterci lì (da soli o in compagnia) per fare un po’ di ragionamenti. Forse non si tratta di cose grandiose come investire in borsa, ma solo comprendere se c’è qualcosa che possa aiutarmi a capire dove mettere i miei soldi e per quale obiettivo.

Nei tuoi cinque punti elaborati per Wiko c’è quello sugli oggetti in casa che sono superflui, e che dovrò necessariamente seguire con più fedeltà…
Anche lì la fregatura è che si comprano scatole in più per organizzare la casa, e ci riempiamo di oggetti inutili. In linea di massima togliere aiuta sempre parecchio, in tutti i sensi. Si lega al concetto di economia domestica, che una volta si insegnava alle fanciulle. I vecchi testi di economia domestica sono davvero importanti: l’economia domestica era una scienza per fare in modo che la fanciulla, che non si occupava solo della casa ma anche di lavorare, trovasse il modo, il tempo e le energie per poter fare tutto. Più di tutto, era un approccio: come ti faccio stare meglio visto che devi gestire tutto? Personalmente lo allargherei anche ai fanciulli, però l’idea di fondo è questa.

Potremmo fare un’economia domestica 4.0, rinnovata, per riprendere quel concetto?
Sto lottando per farlo, partendo direttamente da casa mia!