Chiunque frequenti un po’ l’astrologia sente spesso parlare di ascendente, un concetto però non sempre chiarissimo. Di che cosa si tratta? Nel momento in cui qualcosa accade (una nascita, una nomina, un evento) all’orizzonte est della Terra sorge sempre un preciso punto del cielo. Ascendere significa alzarsi, e in astrologia con questo termine si intende precisamente il grado del cielo (uno dei 360) che si eleva, là dove l’eclittica si interseca con l’orizzonte. Mumble mumble. Per capire meglio il concetto possiamo immaginare il sorgere del Sole all’alba – che avviene sempre a est – considerando quel pezzettino del firmamento che contiene il Sole e che si alza sopra l’orizzonte nel momento in cui qualcosa accade, appare, comincia a vivere. Perché quella porzione celeste avrà molto da dire, da raccontare in proposito.

Ascendente è anche sinonimo di oroscopo, ovvero dell’immagine del cielo che può descrivere chi nasce in quel momento. Ma come influisce su di noi questa fetta di cielo che si solleva? Se il Sole, decretando la nostra appartenenza a un segno (dico, ad esempio, di essere del Cancro perché, quando sono nata, il Sole si trovava tra le chele del crostaceo) descrive il nostro modo di essere più intimo, privato, ecco che il segno dell’ascendente (ogni singolo punto del cielo appartiene a un preciso segno zodiacale) ci descriverà in pubblico, quando dobbiamo agire davanti agli altri, facendoci apparentemente somigliare al segno che sale all’orizzonte. Chiaro? Facciamo un esempio. Se sono un Ariete con l’ascendente in Bilancia, allora tenderò a essere ruvido e schietto (da buon Ariete) quando vivrò in situazioni intime, con persone che conosco bene, ma diventerò molto più morbido e diplomatico quando mi verrò a trovare in pubblico, quando agisco e interagisco in situazioni in cui mi devo confrontare con la socialità. Questa è forse la spiegazione astrologica per cui si dice che una persona la si può conoscere veramente solo con il tempo.