Quanti soldi vi servono per sentirvi al sicuro? A questa domanda risposi 5mila euro. Mi serve questa cifra sul conto per non sentirmi in ansia. Il quesito è stato posto a una presentazione dei corsi dell’Accademia della Felicità di Milano da Francesca Zampone, fondatrice nonché life coach. La platea era simile per stili di vita, ma le risposte furono diverse. «Il nostro target sono donne tra i 35 e i 55 anni, colte, con posizioni lavorative di medio livello, e di solito indicano una cifra tra i 5 e i 10mila euro», racconta Francesca, che dieci anni fa ha lasciato lo stipendio fisso come direttore risorse umane per dedicarsi al coaching. Ha iniziato a occuparsi di rapporti interpersonali, ma ha notato che «le donne che venivano per gestire le loro relazioni complicate spesso ne avevano anche una pessima con il denaro».

Oggi in accademia i corsi sul denaro sono molto richiesti: «Quello coi soldi è un legame complesso che dipende dal sostrato famigliare, culturale e sociale in cui ci hanno educati. Ed è anche relativo a come valutiamo noi stessi e le nostre potenzialità», continua. E su un possibile cambiamento nelle risposte a quella domanda dice: «Mi aspetto cifre al ribasso, perché sappiamo di avere aspettative economiche più precarie a causa delle conseguenze del Covid-19. Ma abbiamo anche capito che tante cose che amiamo sono gratis, come la libertà di uscire di casa, vedere amici e parenti, passeggiare al mare».

La percezione della ricchezza è soggettiva, ma la media degli italiani considera una persona benestante quando è in grado di condurre la vita secondo i propri desideri e riesce ad accantonare risparmi, spiega ancora Francesca. E lo ribadisce Maria Luisa Visione, consulente di Banca Widiba a Siena e autrice di La felicità economica, libro di educazione finanziaria per principianti. Se rivolgessimo agli italiani la domanda in prima pagina la risposta sarebbe circa 1.500 miliardi di euro: questa è la cifra che giace sull’insieme dei nostri conti correnti. Spiega Visione: «Siamo propensi al risparmio, è un comportamento legato alla ricerca di un senso di sicurezza che in genere aumenta durante le crisi economiche. A livello europeo non siamo gli unici, è una tendenza confermata da Paesi come Francia e Germania. Ma questa liquidità sul conto è una risposta emotiva: il risparmio va finalizzato ai nostri scopi. Con quei soldi tra dieci anni non potremo acquistare gli stessi beni e servizi di oggi. In questo momento i tassi dei conti correnti non compensano quello dell’inflazione e, quindi, più a lungo il denaro giace sul conto più perde valore».

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"La felicità economica" di Maria Luisa Visione è un libro per chi desidera imparare i concetti base dell’educazione finanziaria (Marlin editore).

Il denaro è uno strumento per raggiungere gli obiettivi di vita: è uno dei mantra di Visione, come ha capito al primo incontro Daniela Ardenghi, 53 anni, toscana, coach, consulente aziendale e cliente di Banca Widiba: «Sono arrivata da Maria Luisa con una grande scottatura, avevo perso dei risparmi con il precedente consulente, ma soprattutto avevo un atteggiamento sbagliato. Pensavo che gestire il denaro fosse faccenda per altri, mio marito, il consulente della banca, firmavo dopo spiegazioni di pochi minuti. Li avrei messi sotto al materasso per quel che ne sapevo. Lei mi teneva a colloquio un paio d’ore e io pensavo: "Ma mica posso ascoltare tutta questa roba!". E invece aveva l'incrollabile fiducia che io potessi capire. Ha sempre rispettato il mio profilo di rischio, che è medio-basso, e il mio obiettivo di tutelare i risparmi per il futuro». Visione ricorda bene quei primi colloqui: «Come consulente sono al servizio degli obiettivi che solo il cliente può decidere. È un lavoratore autonomo con esigenze previdenziali? Deve comprare una casa? Far studiare i figli? Investire nel miglioramento professionale? Da queste domande si parte con una pianificazione che studiamo insieme».

L’avversione alle perdite è un concetto che Visione spiega nel libro: «Per molti l’intensità di un dolore di una perdita supera l’intensità del piacere per un possibile guadagno. Ciò conduce istintivamente a non investire pur di non perdere nulla». Il trucco, quindi, è riuscire a trasmettere lo stesso senso di sicurezza che ci dà quel denaro sul conto attraverso un’oculata pianificazione, che non può prescindere dall’assimilare i concetti base. Gli italiani sono piuttosto scarsi in questo senso, come dimostrano gli ultimi dati della rilevazione Ocse-Pisa sull'alfabetizzazione finanziaria degli studenti di scuola superiore: l’Italia si colloca sotto la media dei Paesi e un adolescente su cinque presenta carenze gravi nelle conoscenze basilari, con purtroppo un gap peggiorativo per le studentesse. «Per le donne entra in gioco il retaggio culturale, perché storicamente lavoriamo da meno tempo, abbiamo un reddito medio più basso e spesso, come Daniela, sentiamo un senso di inadeguatezza di fronte a questi concetti. Nel 43% delle coppie l’uomo guadagna di più e in 7 casi su 10 è lui a occuparsi delle decisioni finanziarie. Ma l'approccio della pianificazione è perfettamente in linea con la sensibilità delle donne e la loro capacità di generare valore. Gestiscono il budget famigliare e pianificano di continuo nella vita quotidiana. Dobbiamo rimuovere questi ostacoli culturali e far maturare la giusta confidenza», conclude Visione. Che ha scelto una parola emotiva come "felicità" per il titolo del libro: «Perché è una meta da raggiungere per tutti. Ma la felicità è una condizione dinamica, perché di continuo evolvono il contesto economico, i nostri bisogni, la nostra vita. Più siamo in grado di gestire questi cambiamenti e imbrigliare l’incertezza, più ci sentiremo tutelati e sereni».