Il 5 giugno del 1646 a Venezia è nata una bambina di cui si sarebbe parlato ancora molti secoli dopo e che, come molte altre prima e dopo di lei, ha fatto da rompighiaccio nel futuro. Si chiamava Elena Lucrezia Cornaro e da grande avrebbe smentito le teorie con cui si forzava una donna a credere non potesse partecipare alla società se non come madre e moglie, come era stato per Zanetta Boni, la sua stessa madre. Elena Lucrezia Corner prima donna laureata al mondo ha cambiato le nostre vite raggiungendo un traguardo che è importante oggi, ma straordinario al tempo. Secondo la scienza moderna, l’intelligenza umana dipende per metà dalla genetica e l’altra metà dall’ambiente in cui siamo cresciuti. Si sa che nasciamo con la capacità di apprendere una lingua, a volte anche più di una, ma che se non sentiamo pronunciare parole da nessuno nei prima anni di vita questa capacità si esaurirà. Immaginiamo la piccola Lucrezia nata da una stirpe di persone brillanti – suo nonno era uno studioso che lavorava gomito a gomito con Galileo Galilei – e cresciuta fra studiosi, il cui cervello soddisfa entrambe le modalità per diventare un genio, genetica e buona compagnia.


Il destino delle donne è stato per lungo tempo legato solo alle decisioni degli uomini e bisogna ammettere che molti dei passi avanti fatti nella storia, per le donne, sono dipesi dall’approvazione di uomini che ne traevano vantaggio o perché si erano messi una mano sulla coscienza (il diritto al voto, infatti, è più il primo che il secondo caso). Ma comunque, è poi stata una capacità delle donne mettere a frutto quelle concessioni. Questo va detto perché siamo nella seconda metà del 1600 e se Elena Lucrezia ha avuto modo di studiare è solo perché suo padre, il nobile veneziano Giovan Battista Corner, si era accorto di quanto fosse portata allo studio sin da piccola e pensò che crescere in casa una bambina prodigio avrebbe risollevato la reputazione della sua casata, che era un po’ in decadenza. Altrimenti, come diceva Stendhal, Elena sarebbe stata uno dei tanti talenti che il mondo si è perso lungo la storia perché appartenuto a una donna. Elena Lucrezia fu affidata già a sette anni a un tutore che la istruì in tutte le materie, per poi indirizzarla in quelle in cui risultò più brillante: filosofia, teologia e le lingue classiche e moderne. Di lì a poco avrebbe imparato correttamente ebraico, aramaico, spagnolo, francese, arabo e inglese.

Il padre di Elena Lucrezia Corner non era l’unico uomo a credere nell’intelletto delle donne. Quando la ragazza crebbe, furono molte le accademie che chiesero di farla studiare presso di loro. Inoltre, il padre la esibiva nelle corti di tutta Europa come il più bello dei suoi gioielli, e lei gli faceva fare una gran bella figura suonando e cantando, componendo poesie, conversando di argomenti di cui non era normale sentire discutere le donne. I potenti la adoravano, anche se non si sa bene quanto fosse considerata una intellettuale, e quanto un fenomeno da baraccone. Non è ben chiaro nemmeno perché Elena riuscì a ottenere la laurea solo a 32 anni. Secondo le teorie più accreditate, fu a causa dell’opposizione del cardinale Gregorio Barbarigo (poi venerato come santo), che nonostante le evidenze che lo smentivano, era convinto che una donna non potesse ottenere una laurea. Per cui pare che le abbia messo i bastoni tra le ruote, impedendo per un po’ alla giovane di conseguire il titolo. Elena ci riuscì comunque, il 25 giugno 1678 all’Università di Padova, dopo una lunga controversia legale.


Elena Lucrezia avrebbe voluto laurearsi in Teologia, aveva anche preso i voti come oblata benedettina, impegnandosi a condurre una forma di vita conforme a quella di Cristo (forse anche il modo migliore per non doversi sposare e continuare nella passione per lo studio?). Non le fu consentito di laurearsi in questa materia, considerata esclusiva degli uomini, era già molto quello che le era stato concesso. Dovette “ripiegare” sulla Filosofia. Il suo relatore si chiamava Carlo Rinaldini ed Elena discusse - in latino - la sua tesi sulla logica e la fisica di Aristotele, intitolata Magistra et Doctrix Philosophiae, davanti a una commissione di 64 membri. L'aula in cui doveva tenersi la discussione della tesi era così stipata di gente accorsa per sentirla che si dovette spostare tutto nella cattedrale. Ovviamente, l’aveva spuntata sul “pezzo di carta”, ma non era concepibile concederle anche di insegnare. Venne però nominata membro di varie accademie scientifiche in Italia, Francia e Germania e si dedicò alla promozione del diritto allo studio delle donne, continuando a studiare e pregare e dedicandosi a opere caritatevoli. La notizia della sua laurea rimbalzò in tutta Europa, Luigi XIV impose a un cardinale che stava andando a Roma di fare una deviazione al viaggio per andare a vedere di persona questa donna di cui parlavano tutti. La teoria dell’intelligenza genetica dice pure che ereditiamo soprattutto quella della nostra madre. Purtroppo, Elena Lucrezia Corner non ebbe figli, e la stirpe geniale si estinse con lei.

Morì a Padova il 26 luglio 1684 e anche se non c’è prova certa che sia stata davvero la prima donna al mondo a ottenere una laurea (si dice che lo abbiano fatto prima di lei Bettisia Gozzadini, in Diritto canonico a Bologna nel 1236, Costanza Calenda, in medicina a Napoli nel 1422 Isabella Losa, in teologia a Cordova nel XVI secolo) il primato ufficiale resta suo. Elena Lucrezia Corner è morta a solo 38 anni e forse, chi non aveva gradito la sua impresa ha fatto in modo che venisse dimenticata. Non si sa nemmeno dove sia finito il suo sepolcro, rintracciato nel 1895 nella basilica di Santa Giustina a Padova e poi spostata e di nuovo sparita. Non c'è la sua statua in nessuna piazza, ma nemmeno in un giardinetto a lei intitolato, solo quella rimossa dal suo primo sepolcro si può vedere nello scalone d’onore di palazzo Bo, l’università di Padova. Ma è a Elena Lucrezia Corner Piscopia che ogni donna deve pensare quando le viene voglia di interrompere gli studi e buttare tutti gli esami fatti alle ortiche, per andare verso chissà ché.