Sono dettagli nascosti nella storia umana a dare origine alle grandi rivoluzioni della vita quotidiana come dimostrano le invenzioni della forchetta o quella del Bluetooth. Piccoli elementi dirompenti di cui non sappiamo riconoscere la forza mentre appaiono, finendo per vanificare ogni improba fatica di previsione del futuro.

Eppure la fame sconsiderata di pensiero magico, la smania di accorciare le attese, di esplorare l’oltre non ci abbandona. Anzi, ci sono momenti in cui sapere “cosa accadrà domani” diventa necessità impellente, travestita da voglia di giocare e immaginare altri mondi possibili. Oppure si presenta come modalità anti-ansia quando il presente è avvolto nella nebbia.

Accade oggi, con le nostre vite in balia di un virus che non concede tregua, sommerge o salva persone senza un criterio prevedibile. E sì, anche qui c’è il dettaglio, quello che ora non riusciamo a notare, nonostante sia lì tra noi e gli schermi delle nostre tv e smartphone. È la fine della scienza come certezza, sintetizzata dalla rappresentazione scenica della faida virologica. Se la scienza litiga, se i suoi profeti sono in guerra, come fa a esserci guida?

Balle in laboratorio, fake news vaccinali, corbellerie monoclonali ci hanno fatto perdere quella cieca fiducia che la soluzione di tutti i problemi sia dentro una provetta in un futuro prossimo o remoto. Dopo 200 anni di dominio incontrastato del pensiero scientifico, un’entità impalpabile guida la più feroce delle vendette. Chi si sta vendicando? La natura? Il pianeta? L’umanesimo? Dio?

Noviana Kusumawardhani è la più solerte interprete dei tarocchi di tutta l’Indonesia. In circa sei mesi di pandemia ha letto le carte a 1200 personaggi famosi in tutto il mondo. Un volume di lavoro che di solito sbriga in un anno. «A un certo punto ho capito che il mio ruolo stava cambiando, che le persone non volevano più sapere le risposte dal futuro, ma uscire dal panico. All’inizio la preoccupazione è sopravvivere, ma poi si cerca l’amore, l’armonia, l’allegria del sesso in questa situazione poco fisica». L’arcano portato dal virus è improvvisamente diventato l’arcano numero 5 dei tarocchi, quello degli amanti. Sfumature, sentimenti, indecisioni. Più che previsioni, indicazioni per la ricerca della felicità. Noviana allora si è messa in rete con altri guru della divinazione come Bonz Satrio di Jakarta, e insieme hanno concordato una linea comune: non fare previsioni su durata e danni del Covid-19, ma riportare tutto alle singole persone e alle loro energie vitali.

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Courtesy Taschen
Flue: opera esoterica di Manzel Bowman, artista afroamericano che connette la cultura black psichedelica alle antiche simbologie. L’immagine è tratta dal libro Astrology (Taschen).

L’umanità è maturata, forse. Esplorare, scoprire, prevedere il futuro ci interessa ancora, ma le rassicuranti illusioni di fine anno fanno parte di un’infanzia trascorsa. «Il 2020 è stato l’espressione parossistica di un processo di cambiamento in atto da una decina d’anni», spiega l’antropologo Ivo Germano dell’Università del Molise, «oggi si tratta non tanto di prevedere, ma di non accontentarsi. Quel futuro, immaginato a divinazioni, non esiste più. È tutto un insieme di momenti di presente».

Si dice “essere onlife”, ovvero dentro un continuum temporale in cui identità reale e identità digitale coincidono. Ecco un altro dettaglio che ci è sfuggito mentre tentavamo di dividere il mondo in online o offline.

Possiamo dare la colpa alle piattaforme che esaudiscono i desideri in un istante con il tocco magico dello schermo? «Il fatto è che non abbiamo più nemmeno il tempo di pensare al concetto di futuro. Il futuro è oggi una notifica push in grado di dirti che cosa puoi fare subito, comprare, preordinare. Ma subito però. In una vita istantanea, anche una semplice foto non ha futuro, ma soltanto un presente da consumare al volo. Non puoi metterla su Instagram dopo».

E l’istante oggi detta legge anche nelle più antiche pratiche divinatorie messe in campo dall’uomo che gioca con il futuro. Si evolve l’astrologia, se l’esperto è disposto a evolversi: Stefano Vighi, astrologo per molte testate tra cui Marie Claire, risponde a richieste crescenti di astrologia oraria. Il che vuol dire fare astrologia del presente: chiedere e ottenere informazioni su un colloquio di lavoro che sosterrò tra un’ora o su un appuntamento al buio previsto per stanotte. Il futuro che interessa questo momento storico, insomma, è qui e ora e la mastodontica opera basata sulle Effemeridi dell’astrologia che ci fa intravedere i pianeti saltellare magneticamente da un trigono felice e un’opposizione fastidiosa, sarà sempre più esercizio intellettuale.

È la fine della scienza come certezza. se i suoi profeti litigano COME fa a esserci da guida?

Più dura è fare i conti con la scienza se dopo due secoli di pensiero metodico viviamo lo choc dei virologi da rotocalco. Ma c’è dell’ironia in quest’epoca: a ridimensionare la fiducia nel progresso (che è il modo con cui si chiamava un tempo il futuro) ci avevano pensato già in molti. E non gente qualunque ma geni come Albert Einstein. Eppure nessun genio ci ha mai veramente fatto perdere la voglia di alzare un periscopio per guardare tra le stelle, per curiosare tra auspici, profezie portentose. C’è voluto il realismo magico preconfezionato dagli algoritmi. Se il lockdown rischia di mandare a monte un sabato di shopping, be’ puoi sempre «approfittare subito del black friday con oltre 15mila prodotti scontati all’80%». Subito.

Ok, sappiamo anche che un 31 dicembre di buoni auspici e un primo gennaio di noia rassicurante e speranzosa arriveranno. Come sappiamo che ci sono tanti ragazzi che con il proprio futuro devono farci i conti anche se fanno finta di no. Parliamo dei GenZer, della generazione che da un decennio tenta di scivolare via dai mostri che, come in un videogame, ogni anno gli si palesano davanti. In principio fu l’impoverimento della famiglia, poi la perdita delle certezze sul lavoro, infine il Covid 19. Sono loro stessi a trovare il marchio per definirsi: è un asterisco. Il loro modo per vedersi fra qualche anno come quelli che: *hanno fatto la patente a distanza, *si sono laureati da casa, *hanno passato il loro primo giorno di lavoro al pc in salotto. Nonostante ciò, più li vai a cercare e più scopri una voglia di fare e di sperimentare, passione che non si vedeva dall’epoca dei baby boomer.

I giovani non sono poi così interessati a un futuro distopico se possono pensare a un presente d’azione e tradurlo in una professione. Giovanni Pilati, 23 anni, nome d’arte BlowJo, produce contenuti digitali e ha fondato la sua società MyCreativo quando era in quarta liceo a Ferrara. Da allora ha lavorato per Maserati e Liu Jo, ha portato 2mila fenicotteri gonfiabili in piazza a Mantova per movimentare i social delle aziende, e adesso si appresta a lanciare un disco che fa i conti con il futuro, dal titolo, Ehi, tanto domani si muore: «Mi sono chiesto che cosa portasse un ragazzo a lasciare la chitarra in soffitta per iscriversi a Giurisprudenza. Se il futuro non ci interessa è perché ce lo vendono come sinonimo di paura». Di certo paura è una parola che non rispecchia una realtà artistica creata da un gruppo di ventenni in un sotterraneo labirintico di Milano. ArtMall, aperto pochi giorni prima del lockdown è una galleria berlinese addolcita dal gusto milanese, con letti disfatti, sessioni di nude painting, visioni del mondo e marche di gin alla moda. La sera ci puoi trovare avvocati che decidono di dipingere anche se non hanno mai visto una tavolozza. Ma Milano avamposto dell’onlife fa di più. Prende la grigia psicologia, la trasferisce nella grigia metropolitana e la rende un distributore quasi automatico di sollievo. Relieve, pronto soccorso psicologico che partirà a gennaio 2021, è stata fondata dallo psicologo Alessandro Calderoni: «C’è bisogno di una controcultura in cui la psicologia è anche costruttrice di felicità e non solo azzeramento di sofferenza».

Entriamo nel 2021 con ragionevoli speranze e senza alcuna certezza. Avremo tra i piedi, sì, la nuova magia dell’intelligenza artificiale. Ma siamo esemplari di homo ludens, come ci ha definito Johan Huizinga e quindi non smetteremo di giocare a immaginare nuovi territori e nuovi tempi da vivere. E questo ha già il sapore di una vittoria. m

Afro-esoterismi: In apertura La Papessa e a metà Flue: opere esoteriche di Manzel Bowman, artista afroamericano che connette la cultura black psichedelica alle antiche simbologie. Le immagini sono tratte dai libri Tarot e Astrology (Taschen).