"Il trasloco comincia quando uno dice che deve cambiare casa". La saggezza di Ludovica Amat, autrice di Il trasloco felice (Enrico Damiani Editore) e traslocatrice seriale di lungo corso, lascia un filino interdetti. Davvero comincia così presto? Sì. A malapena si scrollano gli annunci sulle app immobiliari, e già nel cervello si agitano i sedimenti incontrollati delle capacità logistiche su come fare il trasloco: chi chiamare, come organizzarsi e soprattutto non trasformarlo in un trauma senza rimedio. Spostarsi da una casa all'altra, e da una vita all'altra, scardina psicologia e praticità, reattività emotiva e razionalità rigorosa, serenità di poter ricominciare da uno (due, tre...) a seconda del bagaglio trasportato, o tristezze da liberare tra uno scatolone e l'altro. Ognuno lo vive a modo suo. "E di nuovo cambio casa" cantava dalla radio la voce di un amico mio/Oh, come ti capisco ma chi cambia qualche cosa qui sono io, Loredana Bertè ci aveva visto lunghissimo. Ma esistono le regole per il trasloco felice? "È chiaro ed evidente che è e sarà sempre una faticaccia, anche per i miliardari che non muovono uno spillo e hanno l'impresa che viene a portare via anche i cotton fioc" scherza l'autrice con sincerità mentre si prepara a un nuovo trasloco, non cercato ma motivato dal desiderio di bellezza alla giusta distanza dalla città, dal lavoro e dalle amicizie (che si nutrono di sana iperconnessione), vicina agli affetti familiari. A noi dunque un decalogo di parole chiave: le 10 regole del trasloco felice.

#1 Come fare il trasloco: Tempo. "Se non ti concedi il tempo giusto, sarà un incubo" esordisce Ludovica Amat. Di tempo ne serve il più possibile per dedicarsi alle ricognizioni nella nuova casa, nel quartiere quando non nella città: "Sono importantissime per sentirsi del posto e non arrivare da completi estranei". Ma c'è anche quello da dedicare ai saluti alla vecchia zona. "Il maggior tempo va tutto nella casa che lasci". Tradotto: prendersi il tempo di decidere cosa si vuole portare con sé (e di sé) e cosa, invece, va lasciato indietro, regalato, destinato ad altre vite, o semplicemente buttato. Senza passare dai gesti tranchant di Marie Kondo e affini.

#2 Come fare il trasloco: Consapevolezza. "In inglese consciousness, ma in italiano è più bella". Prendere consapevolezza significa essere coscienti di ciò che si sta facendo, avviando il processo fisico dopo l'accettazione mentale dello spostamento.

#3 Come fare il trasloco: Quaderno. Nel libro di Ludovica Amat, è un vero e proprio monumento editoriale del trasloco: borderò per le spese, rubrica fisica di contatti, bacheca viva di idee/progetti/liste da appuntare e cancellare con soddisfazione. "È una specie di portolano, è fondamentale per ricordarti tutto. Se ti affidi solo alla memoria hai un carico esagerato e sei continuamente distratto dagli imprevisti. La testa deve seguire la possibilità di cambiare rotta, di gestire la sorpresa; il secchione lo fa il quaderno". Esistono anche app per pianificazioni digitali, il quaderno fisico permette una gestualità specifica che aiuta a fermare i punti (aprirlo per iniziare i ragionamenti sul trasloco, chiuderlo a fine giornata, sfogliarlo mano mano). "Scrivere a mano serve a scaricare la testa, l'inchiostro è la linfa del cervello, scarica i dati. Computer e cellulare mi caricano di energia, mi tengono accesa in senso positivo, ma questo è un lavoro analogico. Il quaderno poi ti dà il senso del tempo verticale, un prima e un dopo, è un album dei ricordi di ciò che è successo".

#4 Come fare il trasloco: Musica (e Distrazione). "Quando ti senti derelitto, o molto contento, la musica è un enzima in più. In generale, mitiga moltissimo la parte faticosa". Il suo inno al trasloco? Baba O'Riley degli Who, a palla. Ma non ci sono playlist predefinite, ognuno può e deve creare la propria comfort compilation: trash, rock, pop, soul. Libertà massima di ascolto a seconda di mood, inclinazione, stanza da riarredare.

#5 Come fare il trasloco: Caccia al Tesoro. Ludovica Amat definisce gli oggetti tesoro "i compagni di viaggio dai quali non ti separeresti mai, quelle 10, massimo 20 cose, che porteresti sempre con te pure se vivessi in barca. Ti identificano, sono i tuoi testimoni di momenti importanti". Nel libro ci sono anche quelli particolarmente inspiegabili: tipo una statuetta di Biancaneve molto capricciosa.

#6 Come fare il trasloco: "Avere un piano" (aka Organizzazione e Scatole). "Bisogna avere la capacità di distacco, nel libro ho scritto pratiche di distaccamento. Dobbiamo avere un piano: se hai il piano, puoi cambiare qualcosa". Non significa essere organizzati ma ragionare approfonditamente, meditare sulle priorità, capire da dove partire. Prima di tutto dal recupero delle scatole di varie dimensioni, robuste e in buono stato, fondamentali per un trasloco. Extra tip: le scatole da 6 bottiglie di vino sono perfette per trasportare i libri.

#7 Come fare il trasloco: Contemplazione Creativa. Può capitare di sentire che certe case siano fatte per noi sin da subito, e il lavoro di immaginazione diventa un'urgenza: in accordo con il proprietario o l'agenzia immobiliare, si può richiedere un sopralluogo in solitaria per assorbire gli spazi della casa e immaginare come potrà diventare con noi dentro. "Io ho bisogno di sedermi per terra, con nessuno accanto, non devi essere incalzato di domande. Arredo la casa già lì, come se fossi in un film sul mondo distopico. Con la testa sposto i mobili, arredo, mi immagino la casa con i miei mobili. Ti fai le foto in testa, ci dormi su e magari il giorno dopo hai già cambiato tutto. Se ti ascolti, magari ti ricordi di una carta da parati della nonna che può fare al caso tuo adesso" spiega Ludovica Amat. Postilla: "Non amo che sia tutto consequenziale, da catalogo, quelle case che sembrano set da fotografare e poi non hai il coraggio di salire sul divano bianco perché si sporca. Bisogna togliersi l'affanno della precisione e della perfezione".

#8 Come fare il trasloco: gli Amici Del Trasloco. Persone alle quali puoi chiedere supporto, sostegno e svago al tempo stesso. "Ne puoi chiamare diversi, che non lavorino tutti insieme contemporaneamente facendo una cagnara pazzesca". Che già si è stressati, ci manca anche il carico. No alla classica richiesta implorante, sì a un accomodante mi aiuti a impacchettare i piatti belli della madia?. "Chi ti dice di no? Passi due ore a chiacchierare, non ti senti uno schiavo della gleba, e dopo gli amici sentono la casa nuova anche più loro". Ad esempio, svuotare gli armadi prima del trasloco è il momento migliore per regalare alle amiche gli abiti che non si indossano più.

#9 Come fare il trasloco: Borsa della Sopravvivenza. Cosa portare in una casa nuova? Il nécessaire basic da avere subito -e sempre- a portata di mano, aka la valigia da weekend: due/tre cambi completi, asciugamani, beauty case essenziale, ciabattine e pigiama, kit base di medicinali (l'emicrania da calo di tensione ci può sempre scappare). Extra, una borsa comoda con zip per chiavi, portafogli, documenti (nostri e della nuova casa).

#10 Come fare il trasloco: Piano d'Azione e Ordine, aka L'Ultimo Miglio. "Se non hai deciso cosa esce per primo dalla vecchia casa ed entra per primo nella nuova, sono ore perse e grandi malumori: i traslocatori mettono tutti gli scatoloni contro una parete, i mobili vanno a casaccio, tu esci pazzo perché devi spostare di nuovo tutto". Una progettualità necessaria e fisica per non perdere controllo&pazienza, conclude Ludovica Amat: "I mobili sono sempre la prima cosa che entra, e nella disposizione che hai già scelto magari due mesi prima; e gli scatoloni, con fuori il nome della stanza, vanno dritti in quella determinata stanza, per evitare di avere lo scatolone errante per giorni, in cui non si sa cosa ci sia dentro". Per un disimballaggio propizio alla nuova vita.