Ogni scatto di Ferdinando Scianna è un viaggio che profuma di vita, racconti coinvolgenti e memorie piene di sentimento (che non cedono ai sentimentalismi). Non stupisce quindi che l'ampia antologia del suo sguardo, azzurro e intenso come il mare della sua Sicilia, sia pronta a girare il mondo con Ferdinando Scianna il viaggio il racconto la memoria. Una sintesi eloquente della sua lunga carriera, capace di raggiungere grandi distanze, annullando quella tra reportage e fotografia di moda, passioni irruente e rituali del contemporaneo. Il viaggio in circa 200 fotografie in bianco e nero, inaugurato ai Musei di San Domenico di Forlì (dal 22 settembre 2018 - 6 gennaio 2019), prima di toccare altre città in Italia e all'estero, a partire dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e la Casa dei tre Oci di Venezia.

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La rassegna curata da Denis Curti, Paola Bergna e l'art director Alberto Bianda, è pronta a ripartire dai primi ritratti scattati da Scianna nelle sua Bagheria (1943) e nella Sicilia mai lasciata fino in fondo, dall'uomo e dal primo fotografo italiano entrato nella celebre cooperativa senza padroni di Magnum Photos, su invito di Henri Cartier-Bresson. Tocca l'incontro con l'acume di Leonardo Sciascia, destinato a cambiare la vita del ventenne e la prospettiva del fotografo che ha scritto anche tanto del rapporto con le immagini, sin dal primo libro sulle Feste Religiose in Sicilia, vincitore del prestigioso Premio Nadar.

Il tour con lo sguardo errante, impetuoso, ma anche piuttosto ironico e divertito di Scianna, è nutrito da memorie indelebili e racconti senza tempo che sarebbe riduttivo catalogare come semplici avventure giornalistiche o reportage di moda. Come ricorda nelle pagine della sua autobiografia Autoritratto di un Fotografo - Ferdinando Scianna (Mondadori Bruno, 29 settembre 2011) "Il mondo, la vita, le persone mi appassionano. Li fotografo per cercare di conoscerli, per conoscermi, per esprimere i pensieri, i sentimenti, le emozioni che mi suscitano. Per conservare una traccia. Per me la fotografia è racconto e memoria."

Anche le sue fashion story si nutrono di storie, memoria e folclore, quanto delle ossessioni che si avventurano nell'ombra e affrontano il riflesso negli specchi. Nello scatto che segue, anche nella Spagna che molti tendono a scambiare per la Sicilia che il fotografo ha reso un frammento di mondo senza tempo.

Celia Forner, Ferdinando Sciannapinterest
© Ferdinando Scianna​
Celia Forner. Sevilla, 1988 © Ferdinando Scianna



I cani che si mordono la coda, anche loro sussurrano a modo loro verità eterne. Muovendosi tra pattern di razze e greggi al pascolo nella Roma ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti, offrono anche una sezione dedicata alla riflessione sul simbiotico legame tra umani e animali, già raccolta anche nelle pagine del libro Di Bestie e di Animali edito da Cantrasto.

A popolare le altre sezioni, distinte quanto possono esserlo le immagini di Scanna, incuranti dei confini, ci sono i numerosi ritratti dedicati all'unicità e le similitudini tra uomini illustri e individui qualunque, qualche mito e le sue donne, a partire da un'icona di stile e fascino naturale come Marpessa. La bellissima modella olandese Marpessa Hennink con la quale il fotoreporter di riti e miti, torna nella Sicilia di fine anni ottanta, per realizzare un servizio di moda per due giovani stilisti emergenti come Dolce e Gabbana.

Nello scatto che apre questa segnalazione, tra i preferiti non solo della modella, Scianna la inquadra in posa per un ragazzino che forse più che imitarlo lo ricorda. Quando giovanissimo inizia a fotografare la sua gente con la passione di chi vuole divorare la vita e cambiare il mondo, usando la macchina fotografica Voigtlander regalatagli dal padre.

La prospettiva street dello scatto prevale sulla posa e la messa in scena, immergendolo nel sole siciliano e l'atmosfera fashion più naturale e meno patinata, destinata a diventare la sua cifra stilistica, non solo nel mondo dell'alta moda o della pubblicità. A partire comunque dai numerosi scatti che hanno Marpessa come protagonista, con le spalle al muro insieme alle signore veraci, in vestaglietta, grembiule e ciabatte, vicino a un macellaio con un quarto di bue sulla spalla, in lingerie sotto lo sguardo della Vergine o nuda.

Il viaggio con Scianna è iniziato tanto tempo fa, quando era più o meno come il ragazzino della sua foto. Pieno di sogni, coraggio e speranze, ma anche di quello che non ha perso lungo la strada, senza risparmiarsi incanti e disincanti. Come ricorda in occasione di questa mostra "Adesso, con immutata passione, divertimento e ironia, opero nei campi più diversi. Faccio un po’ di moda, un po’ di pubblicità, il reportage e cerco più che mai di fare ritratti. Inoltre recupero materiale dal mio archivio fotografico per numerosi progetti. Nelle mostre non faccio distinzioni tra le immagini nate dal lavoro di fotoreporter e quelle di moda, per esempio. Le inserisco tutte in una continuità che è poi quella della mia pratica professionale".

Un documentario dedicato alla sua vita professionale, l'audioguida e un grande catalogo pubblicato da Marsilio Editori, sono pronti ad arricchire il viaggio con l'uomo e il fotografo, insieme alle emozioni che promettono di accompagnare ogni spettatore.

Seguendo Steve Mc Curry (2015), Sebastiao Salgado (2016) ed Elliott Erwitt (2017), con questa mostra Ferdinando Scianna anima anche la prossima edizione della Settimana del Buon Vivere, in Romagna dal 22 al 30 settembre 2018.