“C’è una pace meravigliosa nel non pubblicare. È una sensazione pacifica. Pubblicare è un’invasione tremenda della mia privacy. Mi piace scrivere, amo scrivere. Ma scrivo per me stesso e per il mio piacere”. Tra le frasi di JD Salinger, morto nel 2010 a 91 anni nell’aura ambrata dello scrittore scontroso, schivo e senza alcuna velleità di essere un personaggio pubblico, questa è una delle più cristalline sul suo pensiero. A quasi 10 anni dalla sua scomparsa e nell’anno in cui Jerome David Salinger avrebbe compiuto 100 anni, il suo nome sta tornando all’attenzione internazionale. Per motivi indipendenti, è il caso dirlo, dalle sue ultime volontà: le prime pubblicazioni digitali dei quattro romanzi di JD Salinger (in lingua originale The Catcher in the Rye, Nine Stories, Franny and Zooey e Raise High the Roof Beam, Carpenters and Seymour—An Introduction) uscite il 13 agosto. In più si parla di JD Salinger per libri inediti grazie al lavoro monstre che il figlio Matt Salinger sta portando avanti su tutto il materiale che lo scrittore americano ha prodotto, e mai pubblicato, a partire dal 1965. Un archivio gigantesco tra bollini rossi di approvazione, bollini blu per segnalare le ulteriori revisioni e manoscritti vergati in una calligrafia squisitamente complessa.

“C’è tantissimo materiale e verrà pubblicato” ha promesso Matt in un intervento alla New York Public Library riportato dal NYT. Quanto presto, però? Difficile stabilirlo. I principali ostacoli stanno proprio nella minuziosa trascrizione di ciò che Jerome Daivd Salinger ha lasciato manoscritto su carta: in mancanza di un software in grado di leggere la scrittura a mano dell’autore americano, Matt Salinger sta digitalizzando personalmente tutto l’archivio senza operare alcun editing sulla scrittura (questo sì che sarebbe un sacrilegio) ma soltanto organizzando gli scritti secondo le indirette indicazioni del padre. Una gigantesca mole di lavoro certosino sulla memoria che Salinger jr. spera di terminare in 7/10 anni massimo: gli inizi delle pubblicazioni inedite sono ipoteticamente fissati tra il 2020 e il 2022, poco dopo il decennale dalla morte dello scrittore.

“In media quattro-sei ore al giorno lavoro sui materiali e poi passo una parte decisamente troppo lunga per i miei gusti occupandomi di affari, ovvero rinegoziando accordi e condizioni con le case editrici” aveva raccontato Salinger Jr a Riccardo Staglianò su Il Venerdì di Repubblica qualche mese fa. “È un buco nero” aggiunge oggi candidamente, sapendo la quantità di libri e scritti accumulati nel corso dei suoi quasi 50 anni di silenzio editoriale. Ma l’impegno solitario da amanuense digitale di Matt Salinger sta contribuendo, sotto un determinato aspetto, a preservare gli scritti di JD Salinger da probabili leak inattesi. Una maniera certosina di salvaguardare tutte le opere inedite, con un occhio alle possibilità commerciali e uno all’integrità dell’intero archivio.

Le implicazioni etiche ci sono e molti fan e giornalisti le hanno esplicitate al curatore dell’opera omnia di inediti di Salinger. Perché l’uomo che definì universalmente l’adolescenza irrequieta in Holden Caufield non era davvero incline al mondo virtual-contemporaneo in cui noi sguazziamo da pesci più o meno esperti, e Matt Salinger ne è consapevole. “Mi sembra di sentire la sua voce in testa e non c’è dubbio che il 96% delle decisioni che prendo sono in base a ciò che lui avrebbe voluto. E-books e audiolibri sono impegnativi perché era palese che non li volesse”. Ma i tempi cambiano, le esigenze dei lettori pure. Chi ha difficoltà di lettura su carta stampata potrà finalmente ascoltare gli audiolibri di JD Salinger in inglese e non perdersi nessuna delle sue storie, inedite o meno, mentre gli smartphone o i tablet velocizzeranno la conoscenza dei suoi libri, visto che vengono utilizzati come e-reader. “Amava profondamente i suoi lettori, non avrebbe voluto che le persone non potessero leggere le sue cose” ha concluso Matt Salinger parlando del padre. JD Salinger, oggi, non avrebbe approvato tutto questo rumore di successo attorno a sé. Esattamente come il suo Holden, più simile a lui di quanto avremmo mai potuto credere.