Fuga di cervelli? Voglia di mollare tutto e partire? Giù il mappamondo: il paradiso che cercate è più vicino di quanto pensiate. Il rapporto Expat Insider 2017 elaborato da InterNations parla chiarissimo: Portogallo = LA meta migliore dove andare a vivere tra tutti i paesi d’Europa. Bye bye Londra carissima, addio Germania, Danimarca e Scandinavia tutta, tzé. Con le bandiere rossoverdi affacciate sull’Atlantico e l’indole placida ma solida, Portogallo migliore qualità della vita del Vecchio Continente e del mondo: scalza Taiwan dalla numero uno e fa una pernacchia discreta ai vicini di casa, gli amati-odiati spagnoli, che salgono sul terzo gradino del podio. Il che, a qualche giorno dal festeggiamento storico della Restaurazione (il Regno di Portogallo riconquistò Lisbona e i suoi territori nel 1640, dopo 80 anni di dominazione spagnola dovuta ad un principe ereditario sparito nel nulla e ad incroci di casate), non fa che accrescere l’orgoglio fortissimo dei portoghesi.

Al piazzamento in classifica del Portogallo hanno contribuito tantissimi fattori, primi tra tutti la facilità di vivere e di trovare casa, che rispetto agli affitti italiani è comunque più abbordabile stando agli stipendi portoghesi. Lisbona a parte, dove comunque in linea generale i prezzi tendono a lievitare, vivere in Portogallo non è così proibitivo: è semplice trovare una casa discreta ad un costo fattibile. La vita? Anche qui perfettamente in linea. Gli stipendi non sono elevatissimi ma in Portogallo il lavoro, a detta degli expats che hanno eletto il paese il loro posto del cuore, lascia tempo libero a sufficienza. Questo serve: tempo per sé, no workaholic tra i vicoli dell’Alfama cantata da Amalia Rodrigues. Ai portoghesi piace vivere le loro città -la capitale Lisbona e Porto le due principali, poi Coimbra, Aveiro, Faro, Évora, Braga tra le più grandi e celebri-, godersi i territori dell’Alentejo celebrati dal premio Nobel José Saramago in un romanzo tanto difficile quanto affascinante, affacciarsi dalle scogliere dell’Algarve perdendosi con lo sguardo dentro la grandezza dell’oceano. Non è un caso che proprio le spiagge della regione più a sud siano le preferite dei surfisti, che scelgono ogni anno Peniche tra i migliori posti dove andare a surfare nel mondo. Il Portogallo è un paese strapieno di meraviglie architettoniche e naturali: appena fuori Lisbona, bianca e luminosa nella potente luce iberica narrata da Antonio Tabucchi, c’è il Castello di Sintra circondato da un bosco immenso, quasi fatato. E sembra lui stesso un castello delle favole, alla ricerca di una principessa, di un principe, dell’amore perduto e straziante (è uno dei principali monumenti del Portogallo patrimonio dell'Unesco). Ci sono le salite di Porto, che sono meglio di due mesi di squat in palestra (e metteteci anche la pioggia quasi incessante, vedete che esercizio farete). C’è la meraviglia dell’interno, già negli anni 60 mèta di hippies che cercavano nel selvatico Portogallo il rifugio perfetto per le loro comunità. E lo hanno trovato, tanto che non è difficile incrociare inglesi o tedeschi che hanno abbandonato il Nord Europa per vivere ai margini dei piccoli paesini portoghesi. Fiumi e catene montuose ricoperte di foreste che erano un patrimonio incommensurabile e che in parte sono andate distrutte nei tremendi incendi che hanno devastato il Portogallo nell’estate 2017. Ma i portoghesi sono gente tosta, le operazioni di rimboschimento sono già state pianificate.

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Questo ha convinto gli expats in Portogallo, oltre alla bellezza naturale, e questo convince noi a fare le valigie e viaaaaaa! verso il Portogallo per un discreto anno sabbatico (beh perché no). Vanno aggiunti la sicurezza di girare in strada serenamente senza troppi rischi, e il diritto alla salute accessibile davvero a tutti. E, siamo sicuri, anche la cucina portoghese avrà convinto i più reticenti a convertirsi al baccalà (leggenda vuole che esista una ricetta per ogni giorno dell’anno) e a ingollare quantitativi indecenti di pastéis de Belém, deliziosi dolci di pasta sfoglia burrosa e golosisssssima riempiti di crema e spolverati al momento di cannella. Dolcetti che vengono sfornati a getto continuo tra gli azulejos bianchi e azzurri della più famosa pastelaria del paese, quella di Belém, una manciata di chilometri da Lisbona e già pienamente oceanica: da mangiare rigorosamente seduti fuori, sul pratino, o sugli scalini del vicino e strepitoso Centro Culturale in marmo rosato. Ma si trovano in tutto il paese, chiaro. in Capiamo gli expats, chi non vorrebbe vivere ogni giorno così? Ma quello che fa del Portogallo la gemma d’Europa, il rubino incastonato sulla punta più occidentale della mappa, sono proprio i suoi abitanti, i portoghesi, che superati i primi momenti di chiusura sono disponibilissimi e costruttivi nei confronti degli stranieri. Portoghesi che hanno imparato difficilmente ad aprirsi dopo la fine della dittatura con la Rivoluzione dei Garofani del 1974, in una data di liberazione che condividono proprio con noi italiani, il 25 aprile. Sono un popolo curioso, inizialmente diffidente, ma dallo sguardo che sembra sempre andare lontano. È facile lasciarsi ispirare da una birra a prezzo ridicolo al miradouro, mentre il Tago scorre maestoso verso l’Oceano, e sentirsi padroni di sé e del mondo. È bello vedere come secoli di cultura continuino a stratificarsi. Questo ti regala il Portogallo: il senso di immensità sulle tracce di Fernando Pessoa e di una natura lussureggiante. Preparate le valigie.