È bella, lo è sempre stata.. Gloriosa e aristocratica fin dal Settecento, quando Noto è stata ricostruita dopo un terremoto, diventando il centro di quel tardo barocco siciliano che il mondo ammira. La sua è una storia di decadenze e rinascite romanzesche, culminata nel 2002 con la nomina di tutte le città del Val di Noto a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. I contributi europei, privati e imprenditori illuminati hanno fatto il resto. E oggi si raccolgono i risultati.

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Mattia Aquila
Il giardino con piscina di Maison des Oliviers, villa con poche e intime suite immersa in un uliveto secolare.

Palazzi nobiliari dai portoni aperti, cantieri che fervono, strade animate. Il processo che trasforma la città e i suoi dintorni è inarrestabile e gioioso. Da tappa veloce per amanti dell’architettura, Noto si è trasformata in una meta per ammiratori fedeli e affascinati. Qui, adesso, arrivano in molti e qualcuno decide di rimanere. Decine i cantieri aperti impegnati nella valorizzazione di masserie, palazzi, vigneti. Il modello di riferimento è il Feudo di Castelluccio di Lucio Bonaccorsi e della stilista Luisa Beccaria: 5 mila metri quadrati di parco, vigna e borgo settecentesco. Palazzo nobiliare, cappella e residenze per i contadini. Una rinascita che non si ferma e fa riscoprire tesori sempre nuovi da restaurare. Ma il lavoro di recupero della zona riguarda anche intere strade: giare in terracotta affiancano le siepi, piante di fico d’India e pistacchio lentisco spuntano tra i vicoli. I nuovi residenti arrivano dalle grandi capitali: gaudenti che aggiungono all’atmosfera locale un tono internazionale. Come gli ultimi arrivati, una pattuglia di cinque manager della City che condividono una masseria appena restaurata. Al bar sostengono che sono stressati dalla Brexit e, in fuga con i loro risparmi, vorrebbero invecchiare qui.

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Mattia Aquila
L’Enoteca del Val di Noto, nella Loggia del Mercato del paese.

Ma qui l’identità è una cosa seria. Noto sarà anche il nuovo Chiantishire o il nuovo Salento, ma la sicilianità rimane intatta. E gli abitanti del posto che giocano a carte nei caffè non si distraggono al passaggio di personaggi celebri come Kate Moss o Jude Law. È proprio la capacità di mescolarsi con le persone e lo spirito del luogo che rende straordinaria l’esperienza di Noto. Samuele Mazza, designer d’interni che passa qui molti mesi all’anno si sente in una «Europa nordafricana», e non solo perché nelle giornate terse puoi vedere la Tunisia più vicina che mai, ma anche per l’energia, l’arte e lo stile di vita frutto di una contaminazione assidua con il continente vicino. Ha voluto mostrare questo valore aggiunto in un libro sui palazzi più accoglienti, sulle masserie restaurate che si aprono a un turismo raffinato: Sicilia. Noto dentro e fuori (Rizzoli).

Sicilia.Noto Dentro e Fuori, di Samuele Mazzapinterest
Mattia Aquila
Una veranda di Dimora delle Balze, il lussuoso casale restaurato dove i Ferragnez si sono detto "sì". Una delle tante meraviglie contenute nel libro Sicilia. Noto Dentro e Fuori, di Samuele Mazza (Rizzoli).

Il selciato in pietra lavica del centro, in corso Vittorio Emanuele, è il percorso d’obbligo da godersi con sorbetti e granite in mano. Ci si affolla al Caffè Sicilia, storica pasticceria dove Corrado Assenza crea abbinamenti rivoluzionari con cacao, vaniglia e acciuga. Fiorisce l’enoturismo, favorito da una rete di cantine del Val di Noto e del Ragusano che aderiscono al progetto Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria dal Barocco al Liberty. Tra le tappe, i vigneti del 1606 di Valle d’Acate, che hanno ripreso a produrre eccellenze da esportazione. Poi c’è Marzamemi (Marsa Amem, in arabo), con chioschi di pesce a uso happy hour e finestre azzurrissime. Il mare è magia nella Riserva Naturale di Vendicari, faticosamente protetta dall’abusivismo edilizio, che si è fermato ai confini dell’area. A Noto le istituzioni puntano ad attrarre tutto l’anno. Il prossimo appuntamento: 17-18-19 maggio, con i tappeti floreali dell’Infiorata. Il tema di quest’anno: Siciliani in America. A proposito di identità e contaminazione.