"Non invidio a Dio il paradiso perché sono soddisfatto di vivere in Sicilia". Così parlava nel 1200 Federico II di Svevia, sovrano leggendario, che per mezzo secolo ha trasformato l’isola nel cuore pulsante della cultura medievale. Evidentemente non aveva tutti i torti il re quando decantava questa terra, quasi un compendio di tutte le meraviglie del nostro pianeta. Dalla storia alla cultura, dalle meraviglie geografiche a quelle enogastronomiche.

Quale sede migliore di questa, dunque, per rendere omaggio a paesaggi e giardini, a fiori e piante, a vini e cibo? A Giarre, esattamente a metà strada fra Catania e Taormina, a mezz’ora d'auto dall'aeroporto Fontanarossa, ha preso il via la terza edizione del Radicepura Garden festival, Biennale dedicata al paesaggio mediterraneo (fino al 19 dicembre). Per sei mesi questa fetta di Sicilia orientale accoglierà nel parco botanico Radicepura le stelle più luminose del paesaggismo mondiale, dell’arte e dell’architettura. Da James Basson a Michel Péna, da Antonio Perazzi a Andy Sturgeon passando per Emilio Isgrò. Tutti insieme appassionatamente per stimolare riflessioni e azioni a tutela dell'ambiente sul tema Giardini per il futuro, circondati da ricchezze storiche ed enogastronomiche senza pari.

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Alfio Garozzo
Tour d’y voir, Radicepura Garden Festival 2021

Più che una kermesse, un vero sogno. Da un lato il versante nord dell'Etna, visto come una madre severa, dove si distendono i 21 ettari di vigneti di Donnafugata, una delle aziende vinicole più prestigiose e innovative non solo della Sicilia ma di tutto il panorama nazionale; dall'altro lo sfondo blu cobalto del Mar Jonio: il parco gode di una posizione sublime facendo da cornice a 15 giardini e 4 installazioni, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro, vivaio che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà e che da queste parti rappresenta una delle realtà più innovative del territorio grazie all’attività portata avanti da 50 anni da Venerando Faro e dai figli Michele e Mario (fondatore della biennale). Quest’anno la direzione artistica dell'evento è stata affidata ad Antonio Perazzi, botanico, paesaggista e scrittore. Lo scopo? Costruire un progetto culturale ed ecologico intorno al tema degli ambienti mediterranei.

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Germano D'Acquisto
Radicepura, Parco botanico

“Vogliamo trasformare Radicepura in un osservatorio privilegiato sul paesaggismo", racconta con entusiasmo Mario, che insieme al fratello è il proprietario di due gioielli ricettivi come Villa Don Venerando e Donna Carmela Resort & Lodges. "Un vero laboratorio di botanica ed ecologia capace di promuovere un giardino eticamente consapevole delle risorse del territorio, esaltando ancora una volta quella straordinaria capacità della natura di rigenerarsi ed essere elemento ispiratore per progettare in maniera responsabile”.

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Alfio Garozzo
Anamorphose

Sono molti i progetti disseminati lungo i 5 ettari di percorso espositivo: da Micro to macro, invito a riconsiderare la propria relazione con l'ambiente attraverso un giardino che segue la crescita della pianta grazie all'evoluzione del terreno in tre tempi: il paesaggio limitato, il paesaggio liberato e il paesaggio esteso (Ainhoa Elissalde e Virgile Haëck e dagli studenti della Bordeaux Landscape School) fino a Plantocene, che partendo dal comportamento delle piante pioniere dell'Etna, offre un paradigma di resilienza vegetale (Erica Boncaldo e Margherita Pascucci).

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Germano D'Acquisto
Radicepura

Ma è Futuro Anteriore l'opera più emozionante. Curato proprio da Donnafugata, il giardino è un omaggio alla viticoltura eroica di Pantelleria, l’isola dove l'uomo nel corso dei secoli è riuscito a coltivare la vite in un ambiente estremo: ventoso, poco piovoso, con terreni in forte pendenza e senza sorgenti di acqua. La vigna da queste parti vive e si sviluppa su terrazze sorrette da muretti a secco in pietra lavica, costruiti dagli stessi viticoltori. Mentre i terrazzamenti contribuiscono a prevenire l'erosione del suolo e rendono unico il paesaggio.

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Courtesy Photo
Josè e Antonio Rallo, titolari di Donnafugata, davanti all’opera Futuro anteriore

Futuro Anteriore è dunque il simbolo di quest’eccellenza produttiva e della sfida che l’uomo ha vinto sull'isola vulcanica. L’illustrazione dell'artista Stefano Vitale, autore delle splendide cartine delle bottiglie dell'azienda vinicola dai nomi esotici come Chiarandà, Sherazade, Lumera..., abbellisce il lavoro con un pannello multicolor. “Con la famiglia Faro condividiamo una visione produttiva, – spiegano in coro i titolari Josè e Antonio Rallo –, fondata sui valori di artigianalità e cura del paesaggio; una cultura di impresa consapevole delle sfide che abbiamo davanti: dai cambiamenti climatici all’erosione dei suoli, dalla sostenibilità economica ed ambientale alla cura del territorio”.

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Courtesy Photo
Mario Faro fra Josè e Antonio Rallo

Donnafugata, il cui nome si ispira al romanzo di Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo e significa “donna in fuga”, nata nel 1983 grazie a Giacomo Rallo, quarta generazione di una famiglia con oltre 160 anni di esperienza nel vino di qualità, e alla moglie Gabriella, pioniera della viticoltura tutta al femminile. Una realtà che qui è diventata istituzione, grazie alla valorizzazione e al recupero delle varietà autoctone, alla tutela del paesaggio con la manutenzione di chilometri di muretti a secco in pietra lavica (Patrimonio Unesco) e alla produzione di gioielli come il passito di Pantelleria Doc Ben Ryé o il prezioso cru Fragore. Brunch gourmet, degustazioni in cantina, passeggiate fra i vigneti: sono tantissime le occasioni che l'azienda vinicola offre agli appassionati nel corso di tutto l'anno (per l'Etna contattare: visitare.etna@donnafugata.it) .

Oltre alle tenute sulle pendici del vulcano e a Pantelleria, Donnafugata può contare sulla cantina storica di famiglia a Marsala e su altre tenute: nella Sicilia occidentale, a Contessa Entellina là dove è nata Donnafugata; nella Sicilia orientale, nel territorio della DOC Vittoria, ad Acate. Un sogno, anzi cinque sogni ad occhi aperti nel cuore del Mediterraneo. Miglior spot per la Sicilia non poteva esserci.