Farfalle nello stomaco, una metafora o un bellissimo dato di fatto? «Ho le farfalle nello stomaco», dice l’innamorato e in pratica, a livello fisiologico, le farfalle sono sensazioni viscerali reali tanto quanto le coliche o un più banale mal di pancia.

Il modo in cui mente e visceri si relazionano tra loro, incuriosisce da sempre gli studiosi, che nutrono tuttora dubbi su chi comandi tra i due. Basti pensare che da un papiro del 1550 a. C. si ricava che gli egizi localizzavano i sentimenti nel sistema digestivo e che Aristotele credeva che il cervello servisse solo a raffreddare il sangue. Quindi non è affatto peregrino che studi contemporanei abbiano trovato funzioni simili e di origine comune nel cervello e nelle viscere, al punto che la nozione di “farfalle nello stomaco” appare oggi andare molto al di là del travaglio amoroso.

Quando il britannico John Newport Langley all’inizio del Novecento scoprì che l’intestino è dotato di un sistema nervoso autonomo, di sicuro non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato promosso al ruolo di “secondo cervello”. Un recente articolo sul New Scientist ipotizza che il cosiddetto «"sistema nervoso enterico” sia in realtà il sistema nervoso originale che si sviluppò nei primi vertebrati più di 500 milioni di anni fa e che da sempre è responsabile degli istinti di fronte alle minacce ambientali».

Si pensa che, in termini evolutivi, quando i vertebrati primitivi uscirono dal fango svilupparono sì una spina dorsale e un cervello nel cranio, ma senza perdere il cervello intestinale. Al contrario, questo continuò a svilupparsi fino a diventare autonomo e acquisire una “mente propria”, tant’è che è un dato comunemente accertato che se la connessione tra cervello e intestino si interrompe (quadriplegia), non si interrompe però la funzione digestiva. È anche un dato ormai acquisito che tutto il tubo digestivo è tappezzato da circa 100 milioni di neuroni e altre cellule specializzate che, vedi caso, producono gli stessi neurotrasmettitori del cervello, per esempio serotonina, dopamina, noradrenalina e ossido nitrico. Ma ciò che ha lasciato stupiti i ricercatori è stato scoprire che l’intestino è una fonte importante di benzodiazepine, famiglia di medicine cui appartegono Valium e Xanax.

Farfalle nello stomaco: le cause e le frasi più divertentipinterest
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Farfalle nello stomaco e psicologia Dunque, questo secondo cervello influisce in maniera definitiva sui pensieri, sulle tue emozioni e sulla condotta? In parte sì, se si tiene presente che le persone con colon irritabile possono avere problemi di insonnia, fatica, aggressività e depressione.

Quindi, in definitiva, le farfalle nello stomaco non sono altro che la manifestazione dell’attività di neuroni intestinali stimolati dai neurotrasmettitori, i quali, liberati nell’addome da uno stimolo esterno che può essere anche piacevole, tipo l’attrazione amorosa, mettono il corpo in allerta. Un’allerta piacevole nel caso dell’amore, un po’ meno in altri.

Farfalle nello stomaco = amore? L’amore lo senti nel cuore, perché batte più svelto, ma anche nel cervello, come tutti i sentimenti. Insomma, tutto comincia nel cervello e genera una serie di risposte viscerali, di condotta e conoscitive: aumenta il battito, aumenta la pressione arteriosa, c’è una inibizione dei movimenti intestinali e anche della vescica. Questi cambiamenti possono essere percepiti come gradevoli o addirittura piacevoli.

Quanto alle “farfalle” vere e proprie, in definitiva si tratta fondamentalmente di una secrezione gastrica, una risposta istintuale dettata dal nostro antichissimo “secondo cervello”. Che forse ne sa molto di più del primo <3.