Definitemi pure romantica ma io come L'Idiota di Dostoevskij credo che la bellezza salverà il mondo. Quella che non si accontenta della superficie, capace di risvegliare la nostra attenzione su qualsiasi cosa. Anche la coscienza ecologica (questa sconosciuta) con progetti potenti e visionari come Soup di Mandy Barker. Da oltre dieci anni, la fotografa da National Geographic Society Grant for Research and Exploration 2018, usa i rifiuti del nostro mondo di plastica che inquina il mare, per realizzare immagini dirompenti dell'universo della nostra civiltà alla deriva. Naufraghi che narrano storie destinate a sopravviverci, con un viaggio innaturale che anima una mostra e un'incontro della XIV edizione del National Geographic Festival delle Scienze, ospitata all'Auditorium Parco della Musica di Roma (8-14 aprile 2019). In mostra con Alterated Ocean anche alla Royal Photographic Society House di Bristol (fino al 23 giugno 2019).

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© Mandy Barker. Courtesy PhEST / National Geographic Festival delle Scienze
Soup, Mandy Barker, detriti di plastica oceanica raccolti sulle rive di un’isola greca del Mar Egeo per impedire alle capre di ingerirli

Ad animare oggi immagine in mostra e le riflessioni dell'incontro, è il viaggio errante compiuto dai detriti rilasciati in mare che ne alterano per sempre l'ecosistema. Una 'zuppa' di tubetti di dentifricio, cotton fioc, sacchetti, giocattoli e oggetti d'uso comune che fluttuano nel Pacifico come branchi di pesci, ma sono più letali e meno sinuosi delle meduse, mentre prendono il posto di foreste di anemoni e coralli. 769 palloni da calcio e 223 di altro tipo, raccolti sulle spiagge di 41 nazioni da 89 persone comuni (in soli 4 mesi), protagonisti di un'immagine che da nuovo senso e poca ironia ai falli del calcio. Questi sono più pericolosi.

I resti di oggetti di uso comune, erosi dalle correnti, digeriti dai pesci, raccolti sulle rive di un’isola greca del Mar Egeo, per evitare che diventino parte dell'apparato digerente delle sue capre, raccontano storie che iniziano dove le presenze inquietanti lasciano il posto a qualche riflessione scomoda. Visioni sublimi restituite da una collezione di tartarughe di plastica made in Cina che galleggia da 16 anni nel vortice del Pacifico Settentrionale. Per l'esattezza il contenuto di dodici container di circa 3,6 tonnellate ciascuno di prodotti dall'azienda The First Years Inc, riversato in mare il 10 gennaio 1992. 28.800 tartarughe giocattolo imbarcate per la rotta da Hong Kong a Washington, spazzate fuori bordo nel Pacifico Settentrionale, ritrovate sulle coste dell’Alaska nel 2008 dove le ha fotografate Mandy Barker.

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© Mandy Barker. Courtesy PhEST / National Geographic Festival delle Scienze
Soup, Mandy Barker, tartarughe di plastiche (mordicchiate e erose) che galleggiano da 16 anni nel vortice del Pacifico Settentrionale

Il viaggio perfetto per guidare gli oltre cinquecento appuntamenti del ricco programma del festival dedicato all'invenzione. Al cuore della creazione e della creatività, da guardare, toccare e ascoltare, facendo dialogare linguaggi diversi, a partire da scienza e arte. Riflettendo sulle sfumature più sublimi della nostra esistenza, alla base delle fotografie di Soup, esposte negli spazi del Foyer Sinopoli con la mostra curata da National Geographic e PhEST, con la direzione artistica di Giovanni Troilo e la curatela fotografica di Arianna Rinaldo. Del viaggio innaturale da approfondire direttamente con la fotografa nel corso dell'incontro di giovedì 11 (ore 10 - Sala Petrassi) moderato da Marco Cattaneo direttore della rivista National Geographic. Tutto quello che è in mostra a Bristol con questa visione dell'Oceano.

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