La vita invisibile di Eurídice Gusmão, diretto da Karim Aïnouz e vincitore del premio Un Certain Regard allo scorso festival di Cannes, è una saga che affronta la sottomissione e la ribellione femminile. Inizia nel Brasile degli anni 50 e, con l’indefinibile magia di immagini sgranate dai colori saturi, arriva fino a oggi. Lasciandoci a considerare i rivoli di violenza patriarcale che scorrono ancora nelle nostre vite. Ci fa rileggere frasi e vicende genealogiche sotto una nuova luce. Quel che diceva la nonna, che ha fatto il nonno, che ripetono le nostre madri, cosa significava o significa in realtà? Tratto da Eurídice Gusmão che sognava la rivoluzione di Martha Batalha, il film è un melodramma lussureggiante su Eurídice e Guida, due sorelle legatissime separate in modo irrimediabile, a vent’anni, dal padre padrone. Dovranno lottare tutta la vita da sole per provare a vivere, oltre che sopravvivere. N.B. La scena della prima notte di nozze, che non può non risuonare nel dna di tutte le donne, è magistrale e toglie il fiato. In sala dal 12 settembre.