Vai al contenuto
Da Marie Claire per
Trussardi #MCLikes Logo

Intervista a Gaia Trussardi

Linee pulite, al limite del minimale, per una moda più consapevole, ricca di contenuti e portatrice di messaggi solo positivi.

Di Maria Vittoria Pozzi
immagine non disponibile
Getty Images

Glam in progress. Sempre sentita libera di progettare indipendentemente dalle leggi del mercato, Gaia, 36 anni, direttore creativo del Gruppo Trussardi, dice che essere visionarie aiuta a trovare sempre infinite soluzioni. Se non fosse stata una stilista, avrebbe voluto essere un'atleta: adora mettere alla prova il suo corpo. Infatti, le idee migliori le vengono mentre è in movimento.


Si considera una stilista o una giovane stilista?

Mi sento una creativa razionale. Differenze generazionali? Non ne avverto. Seguo la mia strada: mi interessa il mood di stagione, ma mi appassiona lavorare sulla totalità del prodotto: da quando viene progettato a come viene presentato.


Ci racconta il mood della collezione?

Pelle e maglia. Molto marrone, verde e grigio abbinato al beige. È un nuovo minimalismo che nasce dall'individualismo, attitudine della quale sembra che nessuno possa fare a meno. Oggi l'individuo sceglie, mixa di più, non subisce il marchio o i diktat di uno stilista.


Il fruitore moda è molto cambiato?

Sì. Grazie al mondo digitale e ai social network, vive continue esperienze di sovraesposizione e si esprime come unico, imponendo persino il proprio stile e facendosi portatore delle tendenze.


Cosa significa per lei "avanguardia"?

Avere il coraggio di esprimersi con dei linguaggi diversi da quelli ortodossi già consolidati, riconosciuti, accettati. Può essere sul prodotto, creando un oggetto con materiali mai usati, sulla lavorazione, anche nella comunicazione.


C'è ancora molta ricerca da fare sui materiali?

Tutto è già stato sperimentato. Oggi conta di più la sensibilità con la quale porti a termine un capo o un progetto che siano alfieri dei valori del marchio. Qualità, morbidezza, vestibilità, devono rendere unica una borsa, dei guanti. Basta magari solo quel 2 per cento in più di lucentezza o morbidezza. Oggi è interessante lavorare sulla sostenibilità dei materiali, vedi tintura o realizzazione.


Quali sono le sue fonti di ispirazione?

Ho delle visioni, mi succede quando sono in movimento (guido, corro...), lo racconto al mio staff o me lo appunto, idee marketing o di stile. Per la moda, mi appunto pensieri, idee. L'obiettivo è trasferire un'emotività, da assemblare con colori, materiali, forme e linee.


Londra è ancora il suo osservatorio prediletto?

Sì, anche se è cambiata. Sta sparendo la cultura underground. Anche il multietnico e l'interesse che gira intorno all'Africa è troppo serio, quindi molto strumentale. Mi piace l'ibridazione che nasce dalla commistione di stili.

immagine non disponibile
Getty Images

Gaia Trussardi

immagine non disponibile
Getty Images

Tronchetti di pelle con cuciture in rilievo a vista, Trussardi.

immagine non disponibile
Getty Images

Borsa a tracolla “Cacciatora” in pelle, Trussardi.

Pubblicità - Continua a leggere di seguito
immagine non disponibile
Getty Images

Occhiali, Trussardi Eyewear.

immagine non disponibile
Getty Images

Occhiali, Trussardi Eyewear.

#MCLikes Trussardi

immagine non disponibile
Da Marie Claire per Trussardi #MCLikes

L'Autunno Inverno 2015/2016 di Trussardi

immagine non disponibile
Da Marie Claire per Trussardi #MCLikes

In passerella con Trussardi

immagine non disponibile
Da Marie Claire per Trussardi #MCLikes

Elegantly cool

immagine non disponibile
Da Marie Claire per Trussardi #MCLikes

Parigina a Milano: un pomeriggio al Café Trussardi

Pubblicità - Continua a leggere di seguito
Pubblicità - Continua a leggere di seguito