La prima cosa che sento è una folata dolce di vento. Di rumori più o meno bianchi che fanno da sottofondo a una videochiamata ne ho ascoltati molti, il tram che passa, la tv che va, le parole dette a bassissima voce. No, quel bouquet di suoni che solo la brezza può quando si infrange sull’oceano, non l’avevo mai sentito. Mentre nel silenzio di un appartamento milanese tentavo di connettermi a un incontro virtuale, che più che faccia a faccia è schermo contro schermo. Adesso anche il video è attivo, sul mio computer è finalmente spuntato il volto della mia interlocutrice, e il suo sfondo, e non potrebbe essere più coerente, diciamo, con il suono che avevo sentito finora. Capelli schiariti dal sole, arruffati dal vento, ondulati dalla salsedine, occhialini tondi, lentiggini a perdivista (e fiato), gli occhi riposati e vispi come un ossimoro in carne e ossa. E un sorriso che sa di battaglie vinte con non pochi sforzi. Anne-Sophie Roux è il nostro futuro, che ci parla con i piedi che affondano sul bagnasciuga di una costa della Malesia, con una camicia leggera, uno smartphone in mano e un curriculum raccontato che quasi stona con i suoi tratti così giovani. Ricercatrice del cambiamento climatico, imprenditrice sociale di Parigi e fondatrice di Tēnaka, un’impresa sociale che crea una sinergia tra corporazioni, scienziati, ONG e comunità locali, con l’obiettivo di ripristinare e preservare gli ecosistemi marini. Protagonista dell’iniziativa promossa da Dodo, DoDo For Tēnaka, l’impresa di Anne-Sophie Roux è dedicata alla salute degli oceani e al ripristino delle barriere coralline con tecniche innovative. È per questo che l’iconica maison di charms e gioielli, che sin dalla sua fondazione, 25 anni fa, si è fatta portavoce di messaggi e azioni eco conscious, ha deciso di collaborare con Tēnaka attraverso un contributo che aiuterà a ripristinare in Malesia un tratto di barriera corallina di mille metri quadrati conosciuta come i “gioielli del mare”, che i cambiamenti climatici e l’elevato tasso di turismo stanno distruggendo.
Il progetto è poi sigillato dal lancio dell’iconico bracciale DoDo Granelli in edizione speciale: realizzato utilizzando plastica ecologica raccolta e riciclata, rigenerata a nuova vita, con piastrina corallo in argento. “L’idea di collaborare con DoDo nasce perché proprio come i gioielli, i coralli sono preziosi e fragili, e noi, anche se breve, abbiamo ancora del tempo per ricostruire questi meravigliosi ecosistemi di importanza cruciale per il pianeta”, racconta Anne-Sophie Roux mentre il vento non smette di accarezzarle i capelli, e io non smetto di pensare che vorrei tuffarmi nella vegetazione alle sue spalle, che assomiglia a una morbidissima macchia di colore dai mille verdi. “La risposta alla crisi climatica è sempre stata qui, nell’oceano”, continua. “Le barriere coralline e i loro ecosistemi producono il 70% dell’ossigeno del mondo, sono vitali per la sopravvivenza di tutte le specie. Scienziati, biologi, economisti, ricercatori e supporter, lavorando in sinergia e con costanza, è così che possiamo far cambiare davvero le cose”. E la conservazione della natura è stata valore fondante fin dalla nascita per DoDo, pioniere nel desiderio di farsi ambasciatore di tematiche ecologiche, oltre ad essere stato uno dei primi brand nel mondo della gioielleria a utilizzare nelle sue creazioni diamanti tracciabili e lapislazzuli e oro al 100% “responsabile”. “La plastica riciclata sarà il futuro della gioielleria, in DoDo la combiniamo a materie prime preziose, supporto alla ricerca e obiettivi in nome della sostenibilità, è questo il nostro umile contributo al Pianeta”, spiega Sabina Belli, CEO Gruppo Pomellato, durante la nostra live conversation a distanza per presentare il progetto DoDo supports Tēnaka, e la collezione di nuovi ciondoli artigianali Sea Emotions, ispirata alle profondità marine e alle vite preziose che che le popolano. “Dici che una persona non possa fare la differenza?”, le fa il verso Anne-Sophie, “beh, allora prova a dormire con una zanzara in camera”.