Quando regni sul mercato delle it-sneakers da 8 anni, quando le scarpe di tendenza per i 365 giorni a venire sono le tue, quando sei colpevole/responsabile della corsa - letterale - all’ultima trainer da avere per mettersi testa e piedi in pace, almeno fino al prossimo lancio. In quel momento, allora, sei legittimato dal mercato dell’athleisure a far combaciare la tua voglia di tessere trame che non abbiano solo la forma di suole chunky, alla voglia pop-olare di massificazione in edizione limitata. Nel 2009 il brand olandese Filling Pieces diffondeva la sua prima collezione di sneakers luxury & minimaliste, oggi, che il suo logo è scritto a caratteri cubitali nelle menti di ogni millennial, presenta la prima capsule collection Filling Pieces. Dodici capi unisex, dalle felpe con cappuccio (ovvio) ai track pants e t-shirt logate (ovvio): tessuti tecnici e funzionali come spazi architettonici equilibrati e in equilibrio.

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“Crediamo sia questo il momento giusto per espandere l’universo che sta dietro il nostro brand, abbiamo bisogno di vedere oltre le nostre scarpe”, spiega l’architetto e fondatore di Filling Pieces Guillaume Philibert a Business Of Fashion. Una limited edition che trova spazio chez Barneys, ovvero LA catena del lusso americano, seguita poi da una collezione permanente per la Pre-Fall 2018 Filling Pieces venduta, tra gli altri, anche da Ssense in Canada e Gr8 in Giappone.

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E per una mini maison che è nata insieme alle prime forme di brand strategy, le campagne pubblicitarie non possono che essere social-i, digital-i, viral-i. Se volti (e malleoli) di Filling Pieces sono stati Zayn, Bella Hadid e Chris Brown, oggi tocca al duo R&B canadese Majid Jordan endorsare il brand che, solo lo scorso anno, ha fatturato 20 milioni di euro tondi. E che, sulla carta, si duplicheranno entro il 2025 con l’arrivo del ready-to-wear. “So benissimo che Filling Pieces rappresenta una nicchia del mercato e, soprattutto, che non è facilissimo accaparrarsi i pezzi delle ultime collezioni” - continua Philibert - “ma sicuramente l’espansione ci darà più visibilità e possibilità di raggiungere più persone”. Direttamente dalle t-shirt quadrate, il viso pensante di Frank Lloyd Wright sembrerebbe rispondergli: “Io credo totalmente in un sistema capitalista, mi auguro solo che qualcuno voglia provarlo.”