Il gotha delle pr newyorkesi, Paul Wilmot, lo definisce «il bancomat del Met», Cathy Horyn sul New York Times lo definì «gli Oscar della East Coast». «Ufficialmente è uno stravagante party di beneficienza voluto dal Metropolitan Museum per finanziare le attività dell’Art Costume Institute» riassume Vanessa Friedman su Newyorktimes.com. Ma per i newyorkesi il Met Gala è ANCHE la Maratona di New York della Moda. In pratica: cos’è il Met Gala, e quanto sarà importante sapere chi vedremo al Met Gala 2018? Quando è nata la sfilata di moda (non dichiarata) che ogni primo lunedì di maggio da più di mezzo secolo fa parlare non di moda - direttamente - ma di chi la moda la crea day by day?

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Miuccia Prada e Anna Wintour nel 1998

Il Met Gala è il momento - che quest’anno cade il primo maggio, festa dei lavoratori in diversi paesi (ironia della sorte) - in cui Rihanna si auto-distrugge per colpa di un abito-pizza che rimarrà nella storia, è il momento in cui il mito made in Manhattan di Sarah Jessica Parker va in frantumi per colpa di un red carpet calcato con un pinocchietto bianco inguardabile fino a Madonna che ha indossato un abito che voleva essere “una dichiarazione politica” ma che purtroppo ha fatto titolare cuissardes assassina e non politica futura. Ma a chi è venuta l’idea del (Met) Ball più snob del mondo? La prima edizione inaugura nel 1948 per volere di Eleanor Lambert, socialite e filantropa che sapeva quanto ai ricchi newyorkesi piacesse essere a loro volta filantropi soprattutto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e con il super lusso in arrivo. Come funziona? Dal 1948 il sistema non cambia di molto: c’è un tema ogni volta diverso che celebra un pezzo di storia della moda, c’è poi una celebrity onoraria che, oltre a ricevere più commenti e plausi di tutti, è anche presidente, sì ma solo per il giorno della festa.

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Yves Saint Laurent nel 1983

Perché, sia chiaro, LA presidentessa dal 1995 (come riportano tutti: eccetto nel 1996 e 1998) è Anna Wintour regista indiscussa di chi sale e chi scende dal listino della Moda (e delle società di moda quotate a Wall Street). Sotto la sua regia mediatica il biglietto è arrivato a costare 25 mila dollari (è per beneficienza, del resto) e le personalità protagoniste, i presidenti per un giorno, sono cambiate al ritmo delle cover di Vogue America: se nel 1995 erano Karl Lagerfeld e Gianni Versace (sì in due come spesso accade) nel 2011 erano François-Henri Pinault e Salma Hayek, ovvero I signori Kering, poi, nel maggio 2012 la furbissima Wintour ha scelto Jeff Bezos perché Internet non lo snobba, anzi, sceglie di farselo spiegare dal terzo uomo più ricco del mondo. Quest’anno gli ospiti specialissimi saranno Rei Kawakubo e Caroline Kennedy (che bissa il ruolo avuto nel 2001). Motivo della scelta Rei Kawakubo è il tema vivente del Met Gala 2017 visto che la sua storia, ovvero Comme des Garçons è il focus di questa edizione, inoltre è la seconda stilista vivente a vedersi celebrare dal più importante museo di moda al mondo (prima di lei Yves Saint Laurent nel 1983).

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Lady Diana al Met Gala del 1996

Quanto si raccoglie in media con questa serata? «L’anno scorso circa 13.5 milioni di dollari. Naturalmente non tutti pagano il biglietto che quest’anno è di 30.000 a testa» anticipa la Friedman «la signora Wintour in primis spesso invita giovani designer che non si possono permettere il biglietto. Del resto la signora Wintour è l’ultima ad avere la parola su ogni invito e partecipante il che significa che se anche un brand volesse invitare degli ospiti dovrebbe prima giustificarli alla direttrice di Vogue».