Cambi al timone, giri di poltrone, e debutti da tenere d'occhio: come sarà la prima Fashion Week di Parigi senza Karl Lagerfeld. A presenziare, 78 maison, che si contenderanno passerelle e spazi espositivi durante la settimana allungata, dal 25 febbraio al 5 marzo. La settimana della moda di Parigi ha dalla sua dei numeri che le permettono di staccarsi dal resto delle capitali della moda, ma questo non vuol dire che il cielo sopra la Tour Eiffel sia sereno. Ed in effetti nelle ultime stagioni scelte stilistiche quantomeno azzardate da parte delle conglomerate asiatiche, proprietarie di alcuni tra i marchi più longevi dello stile francese, hanno portato a dei ricambi e giri di poltrona non sempre all'altezza delle aspettative.

Un esempio su tutti, quello di Lanvin, di proprietà del gruppo cinese Fosun, che non sembra trovar pace dopo l'inspiegabile licenziamento nel 2015 di Alber Elbaz: certo, il marchio era in affanno, ma dall'arrivo sul mercato di Gucci di Alessandro Michele tutti i canoni stilistici precedentemente esistenti sono stati cancellati con un colpo di spugna, e ogni marchio ha reagito a modo suo. Ad Alber, però, indiscusso genio, l'allora proprietaria, la taiwanese Shaw-Lan Wang non concesse neanche il tempo di una stagione: a succederlo è stata Bouchra Jarrar, rimasta 16 mesi prima di entrare in conflitto, anche lei, con la proprietà. Olivier Lapidus è durato fino allo scorso marzo, un mese dopo l'acquisizione da parte di Fosun. Ora è il momento del debutto per Bruno Sialelli, e se non ci sono dubbi che l'ex menswear director di Loewe abbia i numeri e il talento per farcela, si spera che la nuova proprietà dimostri una visione a lungo termine per il marchio più antico che la Francia conosca, fondato da Jeanne Lanvin nel 1899.

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Al debutto sono anche il duo creativo di Rushemy Botter e Lisi Herrebrugh, che prenderanno le redini di Nina Ricci. Premiati allo scorso Festival di Hyères per il lavoro con Botter, abbigliamento maschile, sono stati scelti da Puig, gruppo spagnolo di fragranze proprietario di Nina Ricci, per sostituire Guillaume Henry, che aveva abbandonato a maggio. Provenienza isolana - Botter da Curaçao e Herrebrugh dalla Repubblica Dominicana - sono arrivati nella capitale francese solo a settembre, lasciando Anversa. La speranza è che possano infondere nuova vita in un marchio destinato a giocare un ruolo da protagonista, nel lessico della moda francofona, e che magari ne travalichino i confini nazionali.

Last but not least, anche Lacoste vedrà un nuovo direttore creativo alla guida del marchio, che ha lasciato qualche stagione fa la Grande Mela per tornare sulle passerelle di Parigi, forse con l'idea di tornare anche alla raffinatezza svelta del marchio del coccodrillo. Louise Trotter sarà la prima donna a prendere le redini del brand fondato dal tennista René Lacoste, e prenderà il testimone da Felipe Olivier Baptista, che ha lasciato lo scorso maggio. Ma non solo di collezioni di alta moda, vive Parigi: se la Fashion Week sarà l'occasione per presentare il risultato della collaborazione tra l'acqua Evian e il suo nuovo direttore creativo, il Re Mida del product design Virgil Abloh, molto attesa è invece la prosecuzione della co-lab tra JW Anderson e Uniqlo, sotto attacco in questi giorni per una sua field jacket militare che secondo alcuni frequentatori della rete somiglia molto a quella del dittatore cinese Mao Zedong. D'altronde se Burberry ha dovuto cancellare dalla collezione che ha appena sfilato a Londra una collana che, secondo una modella dalla coscienza sociale ad orologeria aveva un nodo più simile a quello di un cappio che ad uno della tradizione nautica, una qualunque giacca militare può ricordare i paramenti indossati nel corso dei secoli, dai più disparati despoti. Tra i debutti, infine, occhi puntati su Rokh, brand fondato dal coreano Rok Hwang, già finalista al LVMH Prize e protégé di Phoebe Philo con la quale ha lavorato da Celine.

Tra gli altri debuttanti, a presentare le loro creazioni ci saranno Walk of Shame, Faith Connection, Mame Kurogouchi e Unravel Project. A farsi notare più di tutti, però, in questo caso sarà l'assenza di Karl Lagerfeld, recentemente scomparso, e sostituito da Chanel dalla sua trentennale collaboratrice Virginie Viard. La sfilata del marchio della doppia C chiuderà così la settimana della moda di Parigi, e, probabilmente, un'era.