Nell'immaginario di Brognano, la donna è un ossimoro: milanese votata all'internazionalità, ma con un gusto per l'opulenza barocca; perbene come certe universitarie con un appartamento dalle parti di Sant'Ambrogio con quote motivazionali di Coco Chanel appesi alle pareti – ché le riconosci da quei maglioncini a giro con paillettes applicate qua e là – e però capace di infilarsi le sneakers sotto la gonna in tulle e mettersi alla guida di una Chevrolet per affrontare le highway californiane. Un immaginario complesso e sfaccettato e – sorprendentemente, in un'epoca nella quale ci insegnano che il messaggio è tanto più efficace quanto basico – di successo, che ha attratto gli interessi degli investitori, nello specifico del gruppo Paoloni (che possiede già nel suo portfolio brand come Manuel Ritz, MSGM, Paoloni e Montecore) che ne ha acquisito il 35% e ne è licenziatario dal 2018. E che sia un esperimento riuscito, una visione che incapsula felicemente zeitgeist dell'epoca e la necessaria dose di leggerezza, se ne è avuta la conferma ad inizio dell'anno, quando Nicola Brognano è stato nominato da Marco Marchi direttore creativo di Blumarine, marchio fondato da Anna Molinari e simbolo di una femminilità naive e a tinte pastello molto in auge tra la fine dei '90 e l'inizio del 2000. Il marchio, oggi parte della holding Eccellenze italiane, che fa capo proprio a Marchi, fondatore di Liu Jo, ha in effetti diversi elementi di comunanza con l'estetica made in Brognano, e vede in questa nuova nomina l'occasione di tornare a prendersi un ruolo da protagonista nel panorama italico. Come è possibile però, che in un paese "gerontocratico" come lo Stivale – dove a 50 anni si è ancora considerati "giovani promesse" – si sia deciso di affidare un compito del genere ad un ragazzo che ha 29 anni? Si sta avvicinando il tanto sospirato ricambio generazionale, o Brognano è un wunderkind nella maniera nella quale lo era Simon Porte Jacquemus 10 anni fa, quando lanciò il suo brand omonimo, arrivando da Marsiglia con un'immaginario sensuale e botticelliano, che conquistò it girl e giornalisti?

Brognano - Runway - Milan Fashion Week Fall/Winter 2020-2021pinterest
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Un dettaglio della collezione Fall/Winter 202o di Brognano

Se Nicola Brognano comprende le millennial, è perché, in fondo, di quella generazione fa parte anche lui: nato nel 1990 in Calabria, ed esteticamente avvantaggiato – forse dalla benevola stagione calda, forse da ancora sconosciuti effetti benefici del peperoncino locale – è educato sin da subito all'estetica barocca che prolifera nella regione dei Bronzi di Riace, tra damaschi e velluti in seta di Catanzaro, i tappeti di Longobucco e le ville gentilizie con giardini in fiore che traboccano di mandaranci e gelsi e pavimenti in marmo bianco latte. Un quadro di riferimenti che prima di lui, ha influenzato il più famoso stilista italico di origine calabrese, Gianni Versace, una vicinanza geografica della quale Brognano non nega l'influsso sul suo lavoro. "Venire da lì, indubbiamente, ti mette a contatto diretto con la mitologia di Gianni Versace: la sua estetica è talmente ricca di influenze 'regionali' che è impossibile non esserne influenzati", spiega. "L'arte barocca, poi, con le sue leziosità, gli stucchi e la ricchezza di stile, è connaturata al mio DNA.Arrivato poi a Milano, dove sono venuto per studiare alla Marangoni, lo stacco è stato quasi shoccante. Tutto mi sembrava estremamente complicato, la gente mi appariva fredda, distaccata. La realtà è che io non ero ancora maggiorenne, e questa città vive di altri ritmi, che ho imparato ad amare, facendomi ispirare da questa sua estetica". A guardare la sua ultima collezione estiva, però tra camicie con colli da bowling e stampe tropicali, abbinati a vaporose gonne in tulle, tank top da indossare con gonne in maglina dai bottoncini centrali, che sfilano in passerella insieme a turbanti in spugna, di quelli con i quali si raccolgono i capelli appena uscite dalla doccia – o forse, in questi casi, l'ispirazione è più vicina alla piscina dello Chateau Marmont – sembra chiaro che quelle influenze si siano intersecate con l'immaginazione e i ricordi di chi viaggia molto più lontano nello spazio e nel tempo, tornando alla Hollywood glamour delle foto di Slim Aarons.

Brognano - Runway - Milan Fashion Week Spring/Summer 2020pinterest
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La collezione s/s 2020 di Brognano

"Viaggiare ti apre gli occhi sulla bellezza della diversità" ammette Brognano. "Sicuramente il modo di vivere di New York, nel quale sono stato, è stato uno stimolo, mi ha portato a riflettere sull'unicità che ha quella metropoli, e il modo nel quale influisce su chi la abita, e sul loro modo di vestirsi. Proprio per questo uno dei prossimi viaggi a cui sto pensando è l'India, che è diametralmente opposta rispetto al Vecchio Continente ma anche agli Stati Uniti non solo nel suo modo di vivere, ma anche nei valori".

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Dettaglio della fall/winter 20-21 Brognano

Un viaggio, il suo, che è però iniziato, come per il suo conterraneo Versace, nell'intimità del gruppo familiare, in un matriarcato mai troppo raccontato e più spesso vissuto con la naturalezza di abitudini che si portano avanti da millenni. "A trasmettermi la passione per il mestiere è stata mia madre, che aveva un negozio di abiti da sposa", confessa Brognano, che ci si immagina, bambino, perdersi tra metri di stoffa e merletti, nascondersi sotto i tavoli con tulle e cady, osservando la sciarada di future spose – e ovviamente le suocere, le zie, le prozie e le amiche di sempre – che ripetevano in loop lo stesso cerimoniale di prove, e modifiche, e consigli e timori, prima di arrivare alla scelta definitiva. "Guardavo mia madre e mia sorella mentre si preparavano" specifica lui. Quel rituale quotidiano, eppure incapace di perdere in mistero anche all'ennesima ripetizione, lo mette in contatto diretto e ravvicinato con la bellezza aspra di un mestiere – quello di essere donna, senza vergognarsene o chiedere autorizzazioni – che con le sue creazioni onora, colorandolo di nuance accese e di una sensualità sotterranea, ma troppo esibita ma neanche pudicamente nascosta. Una capacità di tenersi in equilibrio tra gli opposti che sicuramente è il frutto dell'esercizio, ma anche della militanza, appena terminata la Marangoni, in due uffici stile che più diversi non potrebbero essere: quelli di Dolce e Gabbana e Giambattista Valli. Dal barocco siciliano austero e peccaminoso alla leziosità parigina di jeunes filles en fleurs, eredi ribelli q.b. di antiche famiglie patrizie romane esuli nella capitale francese. "Lavorare per due maison così importanti, e anche così diverse fra loro, significava per me nel pratico provare metodi e processi di lavoro differenti. Ne ho fatto tesoro". Così, sulle passerelle del brand che porta il suo cognome e ha fondato nel 2015 sfilano le esegesi dei ricami – con i quali Dolce & Gabbana sanno addomesticare persino la spinosa raffia – e pamphlet illustrati sull'eleganza delle sete increspate, firma stilistica di Giambattista Valli. Un percorso a cui la vincita del concorso di Who is on Next, nel 2016, mette l'acceleratore. "Non si è trattato di un'onorificenza come altre, in effetti, ma mi ha esposto al 'sistema' della moda nel quale operavo, in una maniera molto più veloce ".

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Un look Brognano per la f/w 20-21

E proprio da quest'esposizione, dal clamore che causavano le sue sfilate tra gli addetti ai lavori sempre alla ricerca di un nuovo feticcio, una scoperta da esibire con una certa tracotanza per ribadire il proprio talento nel fiutare le novità, è arrivata in effetti l'attenzione di Marco Marchi, che lo ha voluto alla guida di Blumarine. "Ci siamo incontrati diverse volte, prima di definire il mio impegno nel brand" spiega Brognano. "Devo ammettere che, a più riprese, ha dato prova di credere nella mia estetica, pensandola giusta per il nuovo corso che vorrebbe dare a Blumarine. Rielaborare l'heritage del brand in chiave contemporanea, facendolo tornare indosso alle donne, è la nostra missione comune". Sperando che sia l'inizio di una nuova stagione per uno storico marchio italiano, rimasto troppo a lungo in panchina, e per un debuttante già pronto a competere nel campionato di serie A.