Simon Porte non ascolta Gigi D’Agostino e un po’ dispiace. Il suo ultimo appuntamento con la moda è una gita di 17 minuti in un campo di grano che nella sua vastità ci fa sentire a casa, al sicuro, trincerati e liberi. Lo stilista creatore di Jacquemus ha pensato a una sfilata per la primavera estate 2021 che, ancora una volta, è così semplice da essere spiazzante. Il contesto è chiave: un campo di grano enorme, con le sedute per la pochissima stampa invitata ricavate da nicchie in mezzo alle alte spighe. Come riferimenti la coreografia nel grano di Alexander Ekman, le scene auliche del film di Emir Kusturica “Il tempo dei gitani”, un’idea di famiglia maturata lavorando a distanza con il suo team, “siamo diventati una catena umana”.

paris, france   july 16 a model walks on the runway during lamour  jacquemus spring summer 2021 show on july 16, 2020 in paris, france photo by pascal le segretaingetty imagespinterest
Pascal Le Segretain//Getty Images


Simon Porte
non conosce Gigi D’Agostino e quel pezzo epico, l’Amour Toujours, ma intitola la sua collezione L’ Amour e sembra voler essere una collezione da indossare toujours, tutti i giorni, finta facilità di riassunto per un percorso ben più complesso: “L’ Amour si rivela in piccole meraviglie. Separati ma collettivamente, ci siamo resi conto che la casa è un luogo di ispirazione senza fine." Materiali apparentemente umili, modelle dai corpi sinceri (Jill Kortleve che in bikini su IG asfalta i commenti "no, non ho perso peso quindi evitate di perdere tempo con commenti e direct"), porta uomini a indossare completi che citano le spalle ambiziose di Magritte, li fa passeggiare per quell’onda dorata di grano duro. Una sfilata calma e all’aperto, a Us, 61 chilometri fuori Parigi, anche se sembrano molti chilometri più distanti dalla frenesia delle sfilate parigine che abbiamo lasciato pre Covid.

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L’enfant prodige è cresciuto, c’è chi dice abbia annoiato e perso il senso di novità, c’è chi ancora - molti di più - trova pop, vicino al pubblico e consumatori il suo usare la natura, Instagram e i prezzi a cavallo tra desiderabili e accessibili per vendere abiti che hanno la sua firma. Dai dati raccolti da Lyst - pre show - il marchio nel 2020 ha visto aumentare le ricerche sui suoi capi del 61% negli ultimi tre, difficilissimi, mesi con un picco di mention grazie alla campagna Jacquemus at Home realizzata con FaceTime e protagonista Bella Hadid, mentre i capi sono schizzati nelle ricerche con un + 76% ad aprile 2020. Come dire, Simon Porte e il suo naturalismo non sono affatto finiti. Un campo di lavanda incorniciato ad arte per il decennale della sua carriera, una spiaggia e una coppia nuda, abbracciata, per la campagna che lo ha fatto diventare il più seguito su Instagram, senza sforzo, solo un regram dei regram per una scatola cinese di apprezzamenti.

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Un drone che sorvola un campo di grano dove modelle e modelli sfilano tranquilli, stampa e amici selezionati ché la pandemia lascia il segno e riduce inviti e prime, seconde, terze file inutili. Pochi ma buoni, cliché che il francese non vorrebbe conoscere ma conosce bene. Dalla Haute Couture alla Milano Digital Fashion Week tutti vogliono digitalizzarsi per poter andare avanti, poi c’è chi ai suoi 2,5 mila follower dice apertamente “Mi chiamo Simon Porte Jacquemus, amo il blu e il bianco, le righe, il sole, i frutti, la vita, la poesia, Marsiglia e gli anni 80”, e tutto questo lo vedi, lo tocchi e lo indossi, lo vorrai comprare perché ci credi.

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