«Nessuno mi avrebbe consigliato di non depilarmi. Di iniziare ad andare ai casting in skateboard, di tingermi i capelli rosso fuoco. Secondo molti, incluso il mio agente a Parigi, queste scelte avrebbero messo fine a tutto e invece da quel momento la mia carriera è esplosa». Quasi 25 anni dopo, l'ex top model Sibyl Buck racconta così la sua decisione di "fare la modella a modo suo" negli anni 90 (si presentò anche a un casting per una campagna pubblicitaria di collant senza essersi depilata, racconta oggi divertita). Azzardi coraggiosi che però l'hanno portata a sfilare per Yves Saint Laurent, Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood e Chanel. Nell'epoca delle top model anni 90 divenute ormai delle icone, da Carla Bruni a Cindy Crawford, da Claudia Schiffer a Naomi Campbell, Sibyl Buck era decisamente un nome e un volto fuori dal coro, ma proprio per questo ha ottenuto la sua personale fetta di successo, prima di ritirarsi ancora nel pieno della carriera.
Ha scattato delle foto e la copertina per Marie Claire di ottobre, a 48 anni nella sua casa The New Paradome Farm nel verde di Topanga, in California, e ha scelto di apparire insieme alla figlia ventenne Puma Rose Buck, che oggi a sua volta ha iniziato a lavorare come modella apparendo con i capelli rossi, omaggio allo stile mai dimenticato di sua madre.

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Sibyl Buck nel 1995 durante una sfilata Yves Saint Laurent, con il suo indimenticabile colore rosso fuoco sui capelli.

Oggi insegna yoga, alleva quaglie e coltiva l'orto, un bel cambiamento rispetto a quando a 19 anni si è trasferita a Parigi per lavorare nello scintillante mondo della moda. Sembra una contraddizione, vero? Da teenager mi prendevano in giro per la magrezza e gli occhi grandi. Vivevo sola con mia madre e non avevamo molto. Per consolarmi mi mostrava le copertine con Brooke Shields dicendomi che mi assomigliava. Iniziavo a pensare che potessi farlo anche io. Ho lavorato da subito come modella a Parigi, con un certo successo commerciale, ma presto mi sono accorta che non ero a mio agio in quei vestiti e stavo male all'idea che le mie foto potessero far sentire le donne imperfette o insicure di se stesse. I capelli rossi e i piercing erano espressione del mio vero spirito, come se volessi dire a chi mi vedeva "ehi, questa è la vera me stessa!". Mi sono data un'identità visiva ben precisa che rimaneva sempre evidente, qualsiasi fosse il look che indossavo per lavoro.

E ha funzionato, visto che la sua carriera è addirittura migliorata, giusto? Era tutto collegato. Grazie a quel cambiamento ho iniziato ad apprezzarmi di più come persona, mi sentivo fiera e sicura di me stessa. E questo mi ha permesso di avere una show su MTV che parlava di moda, di sfilare per i grandi stilisti e di ottenere copertine che prima non mi avevano offerto. E stavo bene perché non avevo dovuto compromettere la mia stranezza, il mio spirito punk.

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Parigi 1995: sfilata Chanel.

A 25 anni, però, ha mollato tutto, perché? Stavo avendo successo, ma all'epoca era normale pensare che nel giro di qualche anno sarebbe finito tutto e poi avevo guadagnato a sufficienza per comprare una proprietà a Brooklyn e costruire la casa che volevo, con spazi dove creare una comunità. Era il 1997 e il mio agente continuava a ripetermi "ma questo è il tuo anno!". E anche io la pensavo così: era il mio anno, per prendere i miei risparmi e iniziare a costruire la vita libera e creativa che avevo sempre sognato. In più, volevo diventare mamma. Ho vissuto dieci anni in quella casa di New York, che mai avrei potuto permettermi se non avessi lavorato come modella, con il mio compagno (il chitarrista dei Bush Chris Traynor, ndr) e lì è nata nostra figlia Puma Rose. Dodici anni fa ci siamo trasferiti in California, perché sentivo il bisogno di avere un maggiore contatto con la natura e di iniziare a coltivare il cibo che mangiavo.

Ha suonato in una rock band, ha recitato, ora insegna yoga e pratiche olistiche. Come capisce quando è il momento di cambiare? Ho sempre voluto trasmettere l'idea che esistono meno regole di quel che pensiamo. La stessa voce interiore che mi aveva suggerito di tingermi i capelli è rimasta presente nella mia vita. Tutti l'abbiamo, a volte è impercettibile, come un'intuizione. È legata ai nostri valori e deve combinarsi con il momento giusto. In questo periodo sono in uno stato di ascolto, perché quello che sta accadendo è una chiara indicazione ad aprire un nuovo capitolo.

Ha già qualche idea? Non potendo insegnare yoga di persona, ho iniziato a fare videolezioni dal "paradome" che vedete nelle foto della mia casa. Vorrei concentrarmi di più su tecniche che io chiamo di "integrazione rigenerativa". Ho iniziato a strutturare la mia vita intorno a principi come ritornare alla terra con umiltà, ritrovare l'equilibro.... E il motivo è lo stesso che mi ha spinto a tingermi i capelli negli anni 90: ho sempre sofferto di essere la ragazza strana a scuola, e alla fine ho capito che per stare bene devo abbracciare la mia stranezza e andare con fiducia in quella direzione!

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All’interno della struttura "paradome" che Sibyl usa per le lezioni di yoga. Indossa un cappotto oversize di pelle e un abito di di lana, Valentino.

Quali sono i principi che ispirano la sua vita di oggi alla Paradome Farm? Da una parte la pratica della "permacultura", ovvero un sistema di agricoltura sostenibile e di gestione etica della terra che sto studiando da anni e per il quale vorrei anche prendere un certificato per diventare formatrice. Per le coltivazioni combino anche sistemi di compostaggio dei rifiuti, riciclo delle acque reflue: credo che siano un futuro inevitabile se vogliamo conservare questo pianeta. Dal punto di vista del benessere interiore e della crescita personale, invece, seguo i principi della "respirazione olotropica" di Stan Grof e gli insegnamenti spirituali del mistico indiano Sadhguru, che utilizza la pratica yoga per portare le persone a esprimere il loro pieno potenziale. Ma sono aperta alle influenze di diverse scuole esoteriche e pratiche di guarigione. Alla fine unisco tutto questo nella mia personale pratica di insegnamento, che chiamo appunto di "integrazione rigenerativa".

E come riesce a integrare la moda in questa realtà, visto che ogni tanto ancora sfila o posa per delle foto? Quando non devo compromettere chi sono o i valori in cui credo, la moda riesce ancora a fare parte della mia vita. Per questo sono stata felicissima quando la giovane stilista Marine Serre mi ha chiesto di sfilare a Parigi insieme a mia figlia indossando degli abiti frutto di upcycling. Sostengo brand che fanno scelte importanti per essere più gentili con il pianeta e che cercano di avere una filiera etica, dal reperimento degli ingredienti o dei tessuti fino al prodotto finale. Per esempio, conosco bene chi ha ideato la linea cosmetica Rituel Beauty o l'abbigliamento di Músed e Raquel Allegra e so che sono persone veramente impegnate nella sostenibilità. Quindi ho decisamente abbandonato il lato più remunerativo del lavoro di modella. Ma in fondo sono una donna ribelle di mezz'età, che non ama depilarsi e rimane fedele alla sua stranezza: oggettivamente sono ormai fin troppo strana per i brand più commerciali! (ride).

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Puma Rose, 20 anni, figlia di Sibyl Buck e del musicista Chris Traynor, fotografata per Marie Claire Italia. Indossa un cardigan di lana, Dolce & Gabbana.

Cosa spera per il futuro di sua figlia Puma Rose? So che saprà affrontare qualsiasi cosa, non ho particolari paure. Quando ha voluto provare a fare la modella, non ho avuto nulla in contrario. Si avvicinano le elezioni negli Stati Uniti e spero che vinca una forza in grado di costruire un paese diverso da quello dove viviamo adesso. Sono ottimista quando guardo alla sua generazione, mi sembra si colleghino allo spirito degli anni 60. Da una parte sembrano spaesati, dall'altra contestano apertamente le strutture di potere, vogliono cambiamento, umanità, generosità.

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Con la figlia Puma Rose, la mamma e la suocera.

Nella foto di apertura Sibyl Buck indossa un abito Dolce & Gabbana; orecchini Valentino Garavani. Tutte le foto sono tratte dal servizio esclusivo di Marie Claire di ottobre 2020 scattato nella sua casa in California. Foto di Jan Welters. Servizio Ivana Spernicelli. Hanno collaborato Veronica Campisi e Kailee Takashima. Trucco Bethany McCarty per Nest Artists. Capelli Klark Phillips. Produzione Photobomb.

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Abito in seta con profonda scollatura e stola, Fendi.