Scritte sui muri, divieti di perfezione, la collabo Valentino & We're Not Really Strangers
"Thank you for loving me when I didn’t feel lovable".
Provate a fare un giro tra i feed Instagram dei vostri contatti. In quanti post con scritte su muri, poster sgualciti, poesie urbane e simili inciamperete? Nelle città che in questi mesi abbiamo imparato a osservare in modo diverso, dettagli come questi sono diventati virali. Anni fa li avremmo definiti (distrattamente) dichiarazioni kitsch, borbottii formato spray, oggi sono il trait d’union anche per i nuovi linguaggi testati dalla Moda. Annunciata a dicembre, clic to buy da ora, arriva l'ultima relazione sul tema: Maison Valentino ha scelto di collaborare con Koreen Odiney, la fondatrice di We’re Not Really Strangers, codificatrice urbana di frasi e contesti (come i cartelli stradali che portano messaggi di autostima anziché divieti). Da questa liaison nasce un gioco di 25 carte che sembrano indovinelli (o tranelli?) per molte stagioni a venire.
Empatia, scambio, positività, geolocalizzazione delle parole: mentre il reel dove veniva srotolata la frase “Thank you for loving me when I didn’t feel lovable” è diventato tra i più condivisi (insieme all’unico, immenso flusso di meme su Bernie Sanders) il direttore creativo Pierpaolo Piccioli e la fondatrice dell’account da 3 milioni di followers hanno dialogato sull’esigenza pratica di “ammettere che è okay essere umani, commettere errori, essere imperfetti, sapere che non è necessario essere così perfetti per essere amati”.
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