Esiste ancora qualcuno che nell’anno del(le) signore 2018 riesce a fare un video che fa discutere. Ma come, non era finita l’era dei videoclip interessanti? Nossignore. Prima ci ha pensato Childish Gambino/Donald Glover con la politica tradotta in This Is America. Tutta un'altra (video)musica, durissima, potentissima. Poi sono arrivati Beyoncé e Jay-Z, che in un surriscaldato fine settimana di metà giugno hanno prima rilasciato un disco a sorpresa (la camaleontica Bey lo aveva già fatto con Lemonade nel 2016) disponibile solo sulla piattaforma Tidal di proprietà -guardacaso- del fedifrago redento (definizione che nessuno riuscirà mai più a togliergli di dosso da qui all’eternità), poi hanno mandato nell’iperspazio digitale il loro video singolo di lancio. Titolo: Apeshit. Intraducibile in un certo senso linguistico ma tutto da guardare, anche a volume zero se proprio il beat vi infastidisce. Perché il video dei The Carters, come si fanno chiamare adesso i coniugi, è un Bignamino di arte figurativa da ammirare. Non solo perché è stato girato al Musée du Louvre, e già per questo sono stati spesi fiumi di byte intorno al mondo, ma perché anche i look del video di Apeshit sono studiati e calibrati adeguatamente a seconda delle coreografie e delle scenografie. Un lavoro clamoroso di ricerca della stylist Zerina Akers che, come riportato da Vogue USA, ha scelto N pezzi di moda appena giunti in passerella. Il see it now buy it now rivisitato ad OPS arte.

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Beyoncé look insuperabili nel video di Apeshit? E per forza, viene da dire. La superdiva più diva di tutte è vestita da Peter Pilotto, Burberry, Stephane Rolland, Alexis Mabille, Versace. Dal canto suo Jay-Z opta per Gucci, Dries Van Noten e John Galliano. Il namedropping dei designer selezionati per il video potrebbe continuare a lungo: l’arte antica del Louvre è sottolineata dall’arte della moda contemporanea. Concetto forse abusato, ma nelle mani della coppia più potente del mondo della musica (e non solo, visto che Bey la zampa nella moda ce l'ha messa da un pezzo) ridiventa qualcosa di unico.

Quella celebrazione della moda come arte e design che non è riuscita a svariati MET Gala, dove troppe volte i look degli invitati hanno messo da parte il valore artistico degli omaggiati (tipo Charles James) o i temi (Heavenly Bodies, dedicato all’iconografia cattolica, è stata un mezzo flop di aderenza). I coniugi Carter sono riusciti, con un team gigante di eccellenze, a girare un video che è insieme la storia del loro successo e un compendio di arte + moda, passato + presente, memoria + ricordo. Sono i frammenti dell’antichità esaltati dall’estrema contemporaneità di alcuni abiti, nei tagli o nei colori che sia. Ad esempio la scena dei Carters (diffusissima in vari meme) di fronte alla Monna Lisa di Leonardo vede Beyoncé in rosa pastello e da un Jay-Z in delicatissimo menta, a richiamare i colori del ritratto e la fotografia del video. Semplicissimo, sì. Ma va saputo fare.

Il video di Beyoncè e Jay-z è una teoria dei colori Pantone applicata. D’altronde non è un caso che collezione si applichi sia all’arte, per definire una raccolta di pezzi figurativi o scultori, e a ciò che si vede sulle passerelle e poi nei negozi. Beyoncé e Jay-Z hanno condensato il significato in un video che segna le tendenze visual e si moltiplica in frammenti infiniti di GIF continuamente condivise. La riproducibilità ai tempi del 2.0, sculture celeberrime che diventano scenografia pura di altrettanti pezzi d’arte. Come Beyoncé e Jay-Z, trasformati nelle statue modaiole di loro stessi. Se non è meta-arte, questa.