Un ruolo, quello di Pio XIII per il quale Jude Law si è preparato, inconsapevolmente, per una vita. A guardare nella cronostoria vestimentaria dell'attore inglese 47enne, c'erano in effetti i podromi di un'"ascensione" stilistica e professionale, verso la sedia gestatoria, versione originale e ben più barocca della Papa mobile in total white. Se oggi Jude riveste con assoluta naturalezza i panni ( e gli abiti) di Lenny Belardo nella serie scritta e diretta da Paolo Sorrentino, The New Pope, la cui nuova stagione arriverà su Sky il 10 gennaio, il merito è di un curriculum vitae che l'ha reso pronto alla missione (very possible) di rendere realistica l'idea di un papa lontano dai soliti cliché. Giovane, bellissimo, vanesio e dissacrante, Pio XIII non fa mistero, durante tutta la prima stagione, di conoscere a menadito il potere di fascinazione che si esercita attraverso il guardaroba. Oltre che nei fastosi paramenti papali, dei quali si barda senza lesinare eccessi, Lenny discetta su santità e peccati carnali in tuta in cashmere total white.

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Jude Law all’epoca di Alfie, film che lo consacrò al successo, nel 2004

Felpe con zip e cappuccio, e pantaloni morbidi, che Jude Law indossava già 15 anni prima, quando,dopo il successo di Alfie, aveva appena conquistato la fama e Sienna Miller, it girl prima che il termine fosse coniato, e oggi ritornata, come l'ex compagno, a vivere una seconda primavera professionale con The Loudest Voice, serie dove recita insieme a Russell Crowe. La coppia che in quegli anni fu sinonimo della London coolness, ovvero di quella magica capacità di apparire sempre perfettamente pronti ad uno scatto, con un abbigliamento probabilmente orchestrato a caso, rovistando svogliati e ancora mezzi addormentati nell'armadio, e che però, per qualche misteriosa ragione,indosso a loro appariva un raffinato messaggio di stile dégagé, girava per le strade della metropoli con le buste della spesa, svolgendo commissioni o uscendo per incontrare il comune amico Daniel Craig. Edonista e consapevole della sua smaccata bellezza, come d'altronde Lenny, nelle occasioni formali Jude è sempre sfuggito al protocollo dell'eleganza classica - spesso sinonimo, nel guardaroba maschile, di noia - preferendo alla cravatta un collo della camicia lasciato aperto, e contornato da una sciarpa in seta morbida, versione laica della mozzetta papale, ovvero di quella mantella indossata sopra la veste talare, e che può essere, a seconda dei periodi dell'anno, in raso o velluto rosso, o ancora in damasco bianco con bordo di ermellino. Certo, il foulard in seta a pois è più Keith Richards negli Anni 70 dell'esilio francese che Giovanni Paolo II ma l'obiettivo di convertire alla fede è stato raggiunto con successo in entrambi i casi.

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Jude Law all’inizio del 2000

Forse, a spingere Jude Law a una ricerca estetica così precisa, all'epoca fu proprio l'ex compagna, capace di emulare, grazie alla somiglianza nei tratti somatici, icone dei sixties, da Twiggy a Penelope Tree, fino a Edie Sedgwick, che in effetti interpretò anche in un film del 2006, Factory Girl. Caschetto nero,minigonna e t-shirt a righe, Jude l'accompagnava per una passeggiata durante le pause della registrazione con blazer destrutturato nero con profili a contrasto di un bianco ottico abbacinante. Alla narrazione mancavano solo le scarpe rosse riccamente ricamate di Benedetto XVI. Ma pare che, con il vento di novità informale portato da Jorge Bergoglio, che ha scelto non a caso il nome di Papa Francesco, certi eccessi barocchi non vadano più di moda. Se incontrasse Lenny Belardo, o anche John Malkovich, che nella seconda stagione del serial interpreterà l'arci-nemesi di Jude, il Papa Giovanni Paolo III, forse potrebbe ricredersi.