L'inno americano non è (solo) Star-Spangled Banner all'apertura del Superbowl, o l'unofficial di Born in the USA di Springsteen che una stortura ha reso manifesto dei repubblicani quando proprio non lo è. Il vero inno americano di costume/cultura/moda è il volto sorridente di Jennifer Aniston in shorts jeans, pullover blu, occhiali mignon e maxi shopper sottobraccio. Autentico distillato di Stati Uniti in vacanza, lo sbarco della praticità che non sbraca mai. Lode e gloria a Jennifer Aniston da giovane, eterna rappresentante di quella fidanzatina d'America. Che negli shorts di jeans Levi's 501 scuciti sul lato esterno in un vezzoso spacchetto, (forse) abbinati ad una canotta sepolta tra le maglie del pullover, trova la sua sublime personificazione.

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È il gioco delle proporzioni a rendere Jennifer Aniston oggi come ieri l'eletta quintessenza dello stile americano, creato per caso e incroci di culture, unificato sotto l'egida del maglione blu oversize da lobster fisherman del Maine e dello shorts in denim chiaro. Quella tela di Genova che divenne simbolo dei lavoratori delle miniere, tessendo l'immaginario collettivo con la storia culturale degli Stati Uniti. Quel jeans eternamente amato che scopre gioiosamente abbondanti centimetri delle gambe di Jennifer Aniston, abbronzate e toniche dalle corse sul set, oggi immutate protagoniste delle passerelle glamour di Hollywood. Quello che è riuscita a imporre Jennifer Aniston in jeans cortissimi è il seguito ideale dei dukes, i microshorts a vita alta che abbracciavano nominalmente le cosce tornite di Daisy Duke nel telefilm Hazzard: meno pin-up, molto più morbidi e sportivi, iconicizzati dal benessere cinematografico. Jennifer Aniston oggi è ancora quella ragazza sorridente. E continua a scherzare coi paparazzi al seguito.