Nel tempo fervido di fine millennio, un nome biondo si stagliava su tutti i manifesti rom-com di Hollywood, promessa di lacrime strappate e sorrisi da lieto fine. Erano i film di Meg Ryan a riempire le sale e gli occhi degli innumerevoli cuori finto-cinici che sgattaiolavano alle visioni pomeridiane per sognare amori infiniti e per sempre. Era lei l'unica reginetta di grazia e bellezza di commedie scritte su misura per lei come Harry ti presento Sally e di drama da singhiozzi come Insonnia d'amore. Meg Ryan da giovane era praticamente ovunque, tra botteghino e red carpet dettava legge anche in fatto di stile apparentemente opera sua e non di stylist-celebri. Ai Golden Globe 1999 sparigliò definitivamente le carte: la gonna di Meg Ryan lunga come una colata di oro liquido satinato, una micro t-shirt da retaggio minimalista, il broncio eterno che aveva già fatto la sua fortuna. E quel taglio di capelli di Meg Ryan copiato da chiunque, in scala e in colori diversi, riproposto fino allo sfinimento da ogni hair stylist della terra.

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Steve Granitz//Getty Images

C'era tutta Meg Ryan nel momento più complesso della sua vita e carriera: il glamour di Hollywood e il contrasto con il desiderio di privacy. La sensualità che le era impedito mostrare troppo, quasi dovesse restare la pura sweetheart amica delle donne e amore degli uomini. Il successo strepitoso di City Of Angels, drammone da pioggia di fazzoletti accanto a Nicolas Cage, e la ripresa del magico trio Meg Ryan-Tom Hanks-Nora Ephron in C'è posta per te (una delle prime commedie a parlare di amori virtuali) per cui era candidata ai Globes, avevano regalato all'attrice una copertura mediatica planetaria. Meg era realmente ovunque. Capillare, riconoscibile, ogni anfratto della sua vita era di dominio pubblico. Nel look di Meg Ryan ai Golden Globe 1999 c'è l'ambiguità del suo ruolo di star, la sua ribellione sottile agli schemi in cui l'avevano condotta i suoi ruoli di attrice. Il seno di Meg Ryan occhieggia sotto la maglia minimal, una sfida diretta a chi la relegava all'asessuato ruolo di icona rom-com- Di lì a poco ogni certezza da Miss Perfettini sarebbe crollata: il flirt non troppo innocente di Meg Ryan e Russell Crowe, diventato star ruvidamente planetaria grazie al Gladiatore, avrebbe contribuito a rompere il matrimonio di Meg Ryan e Dennis Quaid che resisteva dal 1991, esponendola a una gogna mai vista (e alla quale contribuì parecchio anche l'ex marito). Lo sgomento creò il primissimo caso di gossip pre-digital, affollando i siti di pettegolezzi con tutte le possibili implicazioni delle plateali corna, ma distrusse l'immagine pura e incrollabile di Meg Ryan.

Fu lei a mollare e stufarsi del tutto delle dinamiche hollywoodiane. Rarissime apparizioni, poche dichiarazioni, dagli anni 2010 attività social misurata: la vita privata di Meg Ryan resta tale. Suo figlio Jack Quaid ha seguito le orme di mamma e papà e fa l'attore, la figlia Daisy True Ryan, adottata in Cina nel 2006, si tiene ben nascosta dai paparazzi ma non disdegna qualche uscita con la madre. Meg Ryan ora ha smesso definitivamente i panni dei suoi contrasti personali con Hollywood e dintorni: è serenamente libera. E non appena il gossip ha investigato sulla sua relazione on/off con il cantante John Mellencamp, durata con un pit-stop dal 2011 fino al 2019 prima di concludersi definitivamente, è tornata ai fasti del glorioso silenzio stampa. Imparato come un mantra vent'anni fa, quando Meg Ryan scelse se stessa.