Lunga vita ai gioielli, che sopravvivono ai reali che li commissionano e a quelli che nelle generazioni successive li indossano. Una lunghissima vita è stata anche quella della parure di zaffiri che Christie’s metterà all’asta il 12 marzo e di cui la maggior parte dei pezzi - una tiara, un collier, un paio di orecchini, due ciondoli e spille, un anello e un braccialetto -, verranno separati per la prima volta dalla loro creazione nel 19esimo secolo, quando furono donati alla loro prima proprietaria, Stephanie de Beauharnais, figlia di Napoleone Bonaparte. Tutte le gioie saranno offerte come lotti individuali che, si ipotizza, partiranno indicativamente da basi d'asta sui 100mila euro a pezzo (probabilmente 350 per la tiara) e a meno che il loro acquirente non sia unico, i loro destini prenderanno strade separate. A metterli in vendita è il principe di Hohenzollern, ultimo discendente della illustre e potente casata tedesca che perse autorità con la deposizione dell’imperatore Guglielmo II, dopo la Prima Guerra Mondiale, al quale la parure è pervenuta dopo molti passaggi.

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Courtesy Christie's Images LTD 2021
Alcuni pezzi della parure di Stephanie de Beauharnais messi all’asta

La prima proprietaria, Stephanie de Beauharnais, nata nel 1789, era figlia della sorella di Josephine de Beauharnais, la moglie di Napoleone Bonaparte. Quando Stephanie aveva due anni era rimasta orfana di madre e affidata a un convento di suore, fino a quando la zia e il suo consorte imperatore la presero con loro a sette anni. Erano tempi in cui le alleanze si stringevano anche, soprattutto, attraverso i matrimoni, e per Napoleone avere una figlia da offrire in moglie era un vantaggio non da poco, per cui adottò Stephanie quando aveva 17 anni. Con l’acquisizione del titolo di Sua Altezza Imperiale, Stephanie si aggiudicò anche le nozze con Charles, Granduca di Baden. Un dramma epocale, perché se Stephanie si sottomise docilmente al volere del padre adottivo, lo sposo, che aveva intenzione di chiedere la mano a sua cugina, la principessa Augusta di Baviera, protestò vivamente. Alla fine, si dovette rassegnare al matrimonio che si tenne a Parigi l'8 aprile 1806, e che sancì l’alleanza fra i Bonaparte e i principi di Baden. Ci vollero cinque anni perché la coppia concepisse il primo dei loro quattro figli.

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Tirando i fili degli intrecci familiari e tracciando le generazioni (spesso con nomi ripetuti), accadde che a commissionare la parure per farne dono a Stephanie, ora granduchessa di Baden, fu Hortense de Beauharnais, la figlia dell'Imperatrice Giuseppina e del primo marito Alexandre de Beauharnais, ghigliottinato durante la Rivoluzione francese. Quando Stephanie de Beauharnais morì nel 1860, la parure andò alla seconda figlia Josephine, principessa di Hohenzollern Sigmaringen. Al tempo, quello che oggi è un diadema era una cintura ed è stata lei a farla modificare perché la moda dell’epoca non prevedeva più cinture gioiello. Josephine, che aveva avuto sei figli col marito Karl Anton, principe di Hohenzollern-Sigmaringen, tutti giunti all’età adulta, morì nel 1900 all'età di 83 anni e la parure fu ereditata dal loro primogenito Léopold. A indossarla, quindi, era sua moglie, l’Infanta Antonia, figlia della regina Maria da Gloria del Portogallo, che vi aggiunse dei pezzi provenienti da una parure della madre. A seguire, la parure passò al loro primogenito Guglielmo e la indossò la Principessa Maria Teresa Maddalena di Borbone-Due Sicilie. Poi passò a loro figlio Federico, principe di Hohenzollern (che durante la sua vita vide la deposizione dell’imperatore Guglielmo II). A quel punto, la casata aveva perso il suo potere ma la parure passò ancora al figlio Federico Guglielmo, scomparso nel 2010, e poi all’attuale proprietario, Carlo Federico, principe di Hohenzollern-Sigmaringen. Il prossimo, o i prossimi proprietari dei pezzi che compongono questa storica parure, che sembra aver protetto i destini suoi proprietari, saranno ancora di sangue blu?