Ha tradito Yves. No, l'ha riaggiornato. «Sta prendendo per i fondelli il sistema moda» (un addetto ai lavori dixit ) e/o «mette random, al centro dell'estetica antiborghese per eccellenza, i pezzi-mito della maison ultraborghese per eccellenza» (copyright Suzy Menkes). «È una rovina», e/o «crea pezzi sicuri da vendere, guarda gli anfibi o le pellicce rosa». È bello che ci sia qualcosa o qualcuno per cui valga la pena prendersi a borsettate e/o ad accendere gli animi sedati dalla prevedibilità di tutti gli show. Ma c'è qualcosa di più, nella ridda di contraddittorie e furibonde reazioni all'ultima sfilata – la seconda, al femminile - di Hedi Slimane per Yves Saint Laurent. Anzi, di Saint Laurent Paris (anche quando ha rilanciato la linea uomo di Christian Dior, per prima cosa ha tagliato via dall'etichetta il nome “Christian”). Dopo Stefano Pilati, che a nostro parere non ha poi fatto un cattivo lavoro cercando di reinterpretare i capisaldi di YSL, hanno arruolano Hedi per far ciò che in realtà lui non è: un bad boy, un guastafeste, un iconoclasta, un raver nel tempio dello chic. Ok, la moda ha la memoria corta. Qui si ricorda come un'eco neanche lontana lo tsunami d'insulti che accolse John Galliano alla guida di Dior dopo Gianfranco Ferré, l'uragano di critiche che crivellarono il primo défilé di Alexander McQueen per Givenchy. Erano i primi 90.

Cioè venti e più anni fa. Cosa non funziona, allora, nella distruzione dello charme di Saint Laurent annientato dal ripescaggio del grunge? È che, inoculando germi di controcultura in un brand leggendario, Hedi non devasta. Ricorda, e con tenera nostalgia . Recupera un suo vintage emotivo. Ritrova gli adolescenti malati dei film di Larry Clarke e le angeliche creature sporcate dalla contemporaneità come nei romanzi di J. T. Leroy (che poi erano una bufala). Riesuma la bellezza sbagliata di Kurt Cobain e quella sgarrupata di Courtney Love. Ma se l'icona del primo rimane congelata grazie all'aureola che offre solo una violenta morte prematura, la sua vedova oggi veste da sciura, perché i tempi cambiano. Nessuna profanazione di Yves e della sua eredità. Quello di Hedi è autobiografismo. Non contestazione.