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Il commento alle sfilate Primavera Estate 2015 di Milano

Sfilate Primavera Estate 2015. Troppo citazionisti o troppo sperimentali? La risposta è: azzecchiamo il momento

Di Antonio Mancinelli
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Insomma, le cose stanno così: la moda italiana è vintage, Renzi no. I designer italiani, soprattutto quelli dei grandi brand - dice Suzy Menkes, sacerdotessa del giornalismo di moda internazionale, seguita a ruota da Vanessa Friedman, columnist del New York Times - sfogliano troppo gli album di mammà e le riviste degli anni 60 e 70, senza inventare niente di nuovo. Finita la fashion week milanese e sbollita la reazione isterica (del resto l'isteria è la modalità “on” durante le sfilate, le presentazioni e gli eventi che si abbattono sugli addetti ai lavori con la precisione distruttrice di un tornado estetico) che sarebbe suonata con un «Da che pulpito!», cerchiamo di ragionare a paillettes ferme.

È vero, per carità, che gli anni di piombo mai avrebbero pensato di essere scandagliati in ogni loro espressione vestimentaria e che certi copia-e-incolla hanno stufato tutti, giornalisti, buyer e utilizzatrici finali che nulla sanno di Brigate Rosse, compromesso storico e Carosello. Però c'è anche da dire che la moda non è altro che la forma del tempo condensato intorno al corpo: un tempo che non corrisponde quasi mai a quello attuale, ma s'ispira al passato per reinterpretarlo o s'inventa un futuro che ancora non c'è. Fare vestiti che azzecchino esattamente lo Zeitgeist – lo spirito del momento – è cosa da grandi geni o da persone così immerse nel mondo da viverne la performance (come diceva lo spot degli assorbenti in cui agili signorine non potevano fare a meno delle gioie del paracadutismo anche in quei giorni ).

E infatti, tra le sfilate più interessanti si sono quelle dei giovani della generazione renziana, quei 30-40enni immortalati da Michele Masneri nel suo libro al vetriolo Addio, Monti - che non è un richiamo manzoniano né al primo ministro post-Berlusconi, ma un riferimento al quartiere più radical-chic di Roma. Vedi i nomi: Stella Jean, Gabriele Colangelo, Marco De Vincenzo, Iceberg, Tod's, Salvatore Ferragamo, Giambattista Valli con la sua attesissima linea Giamba, per ragazze “figlie di”, però deliziosamente agghindate.

Però abbiamo trovato una ricerca di novità accanita anche nei grandi nomi: dall'archeologia sentimentale di Giorgio Armani che parte dall'immagine di lavori di scavo in un deserto ed eleva a tema ispiratore le dune e la texture della sabbia alla esplorazione del concetto di antichità frammentario, sminuzzato, esploso e ricomposto da Miuccia Prada in una collezione tanto ricca quanto disturbante. Dal crescendo cromatico di Consuelo Castiglioni per Marni che rivisita la stampa a fiori – quanto di più stereotipato ci sia nella moda – per farne scansione quasi musicale da mettersi addosso alla riflessione profonda compiuta per Bottega Veneta da Tomas Maier sul vestirsi “comodo”, partendo dall'estetica delle ballerine classiche in sala prova per arrivare a una definizione di sartorialità dinamica, flessibile, elastica. Certo, poi c'è chi ripropone le migonne di Patty Pravo, le redingote alla regina Elisabetta, i tailleurini alla Jackie Kennedy. E chi, con la scusa dell'ironia, oggettualizza (i colti direbbero: «reifica») le donne a bambole fuxia a rischio misoginia (ehi, Suzy e Vanessa: su quest'argomento non dite nulla? E come mai? Silenzio. Mah).

Se c'è un merito che si deve riconoscere alle sfilate milanesi è di aver messo un punto fermo sulla differenza tra “citazione” e “pensiero”: laddove la citazione la trovi bell'e pronta ma non rivela nulla se non l'intelligenza di chi l'ha coniata, il pensiero costringe chi lo concepisce a strutturare una serie di idee per costruire una frase che può (o meno) aspirare alla citabilità. Ma è costata fatica, energia e impegno.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Bottega Veneta.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Gabriele Colangelo.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Giamba.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Giorgio Armani.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Iceberg.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Marco de Vincenzo.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Marni.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Moschino.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Prada.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Salvatore Ferragamo.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Stella Jean.

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Un look dalla sfilata Primavera Estate 2015 di Tod's.

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