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Milano Fashion Week, quante emozioni!

Da Armani a Prada, da Gucci a Fendi. Sfilate? No, viaggi sentimentali.

Di Antonio Mancinelli
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Emozionàbile agg. – «Di persona facile all’emozione, che si emoziona facilmente (Vocabolario Treccani)». Che bell'aggettivo, caduto un po' in disuso. Però perfetto per descrivere in una sola parola l'atmosfera delle sfilate milanesi per la primavera-estate. L'industria affila le sue armi e colpisce là dove siamo più vulnerabili: la sfera dei sentimenti. E adotta come alfiere - e bersaglio commerciale - le figure sociali più irrequiete, tenere, spaesate, in cerca sia di tenerezza, sia di sensazioni nuove: i giovani. Sono ragazzine e non donne (con l'eccezione di Versace, Giorgio Armani, Prada, Giorgio Armani, Salvatore Ferragamo) a sfilare in passerella, testimoni con i loro corpi di un'adolescentizzazione collettiva. Personaggi colti nel momento in cui si è in cerca della propria identità e delle proprie vocazioni personali, sessuali, professionali: allegorie di un mondo abituato più alla compagnia della merce che quella degli umani, dove «la tecnologia corre ed è centrifuga nel prefigurare tante forme di cambiamento possibile, l'economia le sta dietro e impone solo le soluzioni più redditizie, cultura e società arrancano, stanno a vedere, un po' scelgono e un po' sono scelte, così che la "scansione materiale" della vita quotidiana è, come in fisica, la risultante di forse diverse per natura, intensità, traiettoria», scrive Stefano Laffi nel suo saggio Il furto. Mercificazione dell'età giovanile. L'ipercomunicazione ha mutato la geografia fisica, emotiva e cognitiva, facendoci sentire tutti più vicini anche se in realtà siamo sempre più isolati, ci rende parte di tribù aggregate sui social network e non più nelle piazze. Siamo più fragili e insieme più isolati. Se un colosso della cinematografia di largo consumo come la Pixar sta avendo successo con un film tutto dedicato alle emozioni, alla memoria e al pensiero, perché non provare una simulazione in stile Inside Out, facendo una gita nella mente nella mente dei fashion designer?

Paura + Gioia Nel film, Paura è lilla. Non è un personaggio negativo, anzi. Rappresenta la prudenza e la tentazione ad ancorarsi a ciò che già si conosce e di cui si ha esperienza anche se indiretta. Se coniugato con Gioia (l'unica emozione dalla pelle color pelle ma i capelli blu), dà vita al culto della memoria e dell'affettività in un tripudio di citazioni. Esemplare di questo mix emozionale è la sfilata di Gucci, disegnata da Alessandro Michele, a tutti gli effetti "l'evento" stagionale. La teoria di fanciulle con abiti colorati, ricamati con motivi che rimandano a nomi del passato come Roberta Di Camerino e Piero Fornasetti, l'allusione alla Carte de Tendre disegnata dalla filosofa Madeleine de Scudéry nel 1654 per illustrare il suo romanzo Clélie stampata su gonne e abiti, il set post-industriale invaso da piante e moquette da salotto borghese fine '800, i décor orientalisti ci portano sempre lì, a un Atlante delle emozioni. È il titolo di un saggio della studiosa Giuliana Bruno che scrive: «Lo scoprire, il muoversi, il viaggiare danno origine a ciò che nel tempo sono stati definiti paesaggi interiori, paesaggi dell’anima o mappe intime, destinati ad essere custodite nella nostra memoria». È un richiamo da ritrovare nei frammenti di folklore sparsi un po' dappertutto: dall'Africa sognata da DSquared2 o intellettualizzata da Gabriele Colangelo, ai costumi dell'Est Europa evocati da Etro, all'Armenia arcadica di Antonio Marras, a una versione chic del Coachella festival di Alberta Ferretti, ai viaggi nel deserto di Trussardi, fino all'omaggio quasi ingenuo di Dolce & Gabbana a un'Italia da turista incantata compresa di viaggiatrici cinesi che si sparano selfie a tutto spiano.

Disgusto + Rabbia Sicuramente l'accoppiata più stimolante, alla base delle sfilate più belle di questa stagione, Versace e Prada. Nel film, Rabbia è Rossa e Disgusto è verde: militare per Donatella, clinico perché tono-feticcio di Miuccia. Due donne, due adulte che lavorano su sentimenti contrastanti. Da un lato, una parata di parka marziali. Dall'altro, un corteo di signore in tailleur ibridati, scomposti, ripensati. Entrambe ribadiscono un ruolo femminile che ancora deve attestare il suo potere nella società dei maschi. E dunque la si affronti con piglio strategico: linee svelte, silhouette scattanti perché il "come stanno le cose" non sfugga mai di vista (Versace). Oppure la si prenda in giro con la suprema ironia dell'apologia dello sbaglio voluto, calcolato, previsto (Prada, autrice di una collezione dove persino il tulle "point d'esprit" delle bisnonne si dilata e diventa sovversivo, come gli orecchini da discoteca anni 80). Estetiche distoniche, non distopiche. Al riposo della guerriera ci pensa la rasserenante e concreta signora di Massimiliano Giornetti per Salvatore Ferragamo in evidente stato di grazia e di Tomas Maier per Bottega Veneta, in evidente stato di ribellione. Tutti e due sono intenti a conciliare grazia con realismo, comfort con raffinatezza, relax con rarefazione.

Gioia + Tristezza Sono le vere protagoniste di Inside Out: dove c'è l'una, con il suo ottimismo solare e talora eccessivo, ci deve essere anche l'altra, custode di una sobrietà emotiva e introversa. Solo se "lavorano" insieme, si raggiunge l'equilibrio assoluto. Quello di un'immagine matura e compiuta: vedi Giorgio Armani (che ha festeggiato i suoi 40 anni di lavoro con un volume scritto da Suzy Menkes), Max Mara, Jil Sander, Missoni. Esempi, ciascuno per suo conto e con un suo linguaggio, che vuole riprogettare una sintassi estetica che sintetizza la pulizia formale con l'espressività creativa. Una sintonia non facile da raggiungere.

E il pensiero astratto? Certo, c'è anche quello. Karl Lagerfeld per Fendi e Consuelo Castiglioni per Marni elaborano una silhouette femminile che gioca con forme relative a tempi precisi ma lontani tra loro, o si divertono con una bidimensionalità che copre e quasi nasconde il corpo. Kaiser Karl viaggia tra le epoche e nel riproporre i bloomers degli anni 80 e i colletti vittoriani annuncia trionfante che «Rétro is Over». Consuelo Castilgioni ritaglia nei tessuti forme apparentemente infantili sovrapposte che sono protezione, difesa, tutela della fisicità. Soluzioni inattese che ci convincono a esplorare (e a consumare) un nuovo mondo. Come? Prima di tutto con le nostre emozioni.

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Alberta Ferretti

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Antonio Marras

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Dolce & Gabbana

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Bottega Veneta

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DSquared2

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Etro

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Fendi

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Gabriele Colangelo

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Gucci by Alessandro Michele

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Giorgio Armani

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Jil Sander

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Marni

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Missoni

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Prada

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Salvatore Ferragamo

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Trussardi

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Versace

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