La pietra ollare è il solo metodo di paleocottura che dobbiamo riscoprire
Cucinare su una pietra amichevole come 8000 anni fa: alla scoperta delle magie in cucina che solo una lastra di materia antica può donare.
La pietra ollare merita di essere conosciuta meglio, perché consente di sperimentare un metodo di cottura suggestivo, su cui ad esempio si può fondere la raclette, il tipico formaggio Svizzero. La sua caratteristica è infatti quella di assorbire il calore e irradiarlo lentamente. Oggi la pietra ollare si usa per ottenere qualsiasi tipo di supporto per la cottura, sappiamo che esiste la bistecchiera in pietra ollare, le padelle in pietra ollare, le pentole in pietra ollare, ma ha una storia di migliaia di anni. Con questa pietra refrattaria ma tenera – contiene molto talco – i nativi americani fabbricavano ciotole, lastre da cucina, canne fumarie e ornamenti già 8000 anni fa. Anche gli scandinavi la usavano per fare lastre di cottura e rivestimenti per il focolare durante l'Età della Pietra. Avere in casa una pietra ollare per cucinare è divertente e sano e crea quell’atmosfera un po’ paleolitica, durante la preparazione dei cibi. È facile da usare per qualsiasi preparazione, perché va posta sul fornello (con lo spargifiamma) o sul barbecue o sulla brace del caminetto. Al primo utilizzo va lavata con acqua e sale senza detersivo, ungerla d’olio e lasciarla unta per almeno 24 ore. Dopo l’utilizzo, non bisogna mai versarci acqua fredda per raffreddarla, altrimenti si rompe, ma lasciata raffreddare naturalmente. Si pulisce con uno straccio imbevuto di aceto e un raschino di plastica, si lascia asciugare, si unge con un po’ di olio e si ripone così. Vogliamo sperimentarla?
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